Garamond

Registrato tra il 2001 e il 2005, "Quant'altro" è l'esordio dell'ensemble anconetano Garamond. Il disco è tra le uscite più interessanti dell'anno passato in zona progressive/Rock In Opposition: è il caso dunque di dedicargli una recensione estesa, per quanto ritardataria.

Delle nove tracce dell'album, colpisce da subito la leggerezza. Non deve inquietare l'incipit aulico di "Nel sogno di Otfon Brunzig, consumatore di sogni" ("Testimone di un convivio opulento/ Satollo lui si addormentò"): i testi della cantante Laura Agostinelli ondeggiano tra i livelli con brio Ou.Li.Po., elegantemente sospesi tra citazionismo, nonsense e fiabesco.
Di pari passo va la musica; a partire dalla ricerca vocale, che rivede il virtuosismo non-standard di Demetrio Stratos spogliandolo di ogni tracotanza. Torna a mente l'adorabile frivolezza di John De Leo: sperimentazione come gioco di forme, slittamento in superficie, sbuffo ricombinatorio.

Arrangiamenti e idee compositive gironzolano (ovviamente?) tra folk bandistico, jazz canterburiano, musica da camera. I soliti Area, Stormy Six, Picchio Dal Pozzo insomma, ma riletti con fantasia e arguzia, evitando ogni calligrafismo.
Ai tre brani lunghi (otto, dieci, quindici minuti) fa da contraltare un pugno di miniature variopinte. Più che divertissement, laboratori dell'accostamento semantico: cambio di tempo/scorrere del tempo ("Filastrocca all'oracolo"), ossessione elettronica/lobotomia ("Beatamente plagiati da superstizioni organizzate"), passo zoppicante/passo del crostaceo ("Omaggio al Dottor Zoidberg")...

Un po' debutto, un po' retrospettiva, "Quant'altro" fin dal titolo sembra rinchiudere una speranza: che al più presto gli faccia seguito qualcos'altro.

08/06/2008