Oh, Laura

A Song Inside My Head, A Demon in My Bed

2007 (Bonnier)
pop

"It's all about Frida's voice" si legge sul sito ufficiale degli svedesi Oh Laura. La voce di Frida Öhrn colpisce istantaneamente: leggermente rauca, al contempo tocca con la sua delicatezza, attraente e misteriosa come la Laura di "Twin Peaks", a cui si ispira il nome del gruppo. E’ vedendola cantare in un locale, che gli amici Jocke Olovsson e Jörgen Kjellgren decidono di far diventare il loro progetto realtà.
Il loro “A Song Inside My Head, A Demon in My Bed” è stato disco d’oro in Svezia nel 2007, lanciato dal singolo “Release Me”, ma il resto d’Europa ha forse cominciato a conoscerli grazie allo spot pubblicitario della casa automobilistica Saab, che appunto ha fatto uso di questo singolo. E’ il tramite grazie al quale chi scrive li ha scoperti, e sono bastati 20 secondi di quel ritornello per voler sapere tutto e subito di chiunque avesse creato quella splendida melodia. Il resto dell’album risulta abbastanza diverso, ma il sapore di una storia d’amore che sta divenendo scomoda e spiacevole lo permea dall’inizio alla fine, dandogli un gusto dolce-amaro, un mood malinconico e pensoso, quello che si impadronirebbe mentre ci affacciamo alla finestra e interroghiamo il cielo notturno in cerca di un segno, una guida… magari sorseggiando whiskey per alleviare un leggero dolore.

Lo stile musicale degli Oh Laura si direbbe tutto tranne che scandinavo, con quel perfetto mix di pop e country: molti sono i pezzi, infatti, che richiamano certe ballate di Dolly Parton dell’epoca d’oro di “Coat of Many Colors”. Le melodie sono comunque ben congegnate e scorrono con molta facilità, divenendo quasi istantaneamente familiari. La freschezza in alcuni ritmi, evoca l’immagine dell’ascoltatore alla guida di una decappottabile nelle strade desertiche degli States: una perfetta on-the-road-music.

Splendida avvenenza pop, voci edulcorate e stizzite, furore giovanile. Sembrano essere questi gli elementi che riescono a comporre un’opera tanto semplice quanto piacente e variopinta. Terra fertile di sviluppi cantautoriali la Scandinavia, con il suo algido e placido senso dell’amore, capace di donare canzoni belle da lacerare il cuore.
Il grande amore per il country risulta una chiave di lettura molto interessante. L’uso dell’armonica, unito al modo di suonare chitarra e batteria, rimanda a certo pop polveroso europeo, screziato da un gusto speciale per il ritornello assassino.

Uno stillicidio di cuori vaganti, a partire dalla tenerissima e irreprensibile “A Call To Arms”, attraversa con costante qualità e varietà di emozioni le undici canzoni, che si attestano su un canovaccio canzonettaro pieno di piglio e vivacità. Sarebbe riduttivo analizzare pedissequamente tutte le tracce (fra le quali risalta in maniera decisiva “Fine Line”). Più che per singoli episodi, infatti, l'album trae forza da un’atmosfera globale, totalizzante e riconoscibile.
Speranzosi per il futuro, arriviamo alla resa dei conti nei riguardi di “A Song Inside My Head, A Demon in My Bed”. Un groviglio di ombre e ossessioni inestricabili, in cui le canzoni sono cariche di rancore e rassegnazione, incanto disilluso e fervida sensibilità. Un esordio dai riflessi cristallini, arricchito da un tocco di inestimabile sincerità.

02/02/2008

Tracklist

1. A Call To Arms
2. It Ain’t Enough
3. Release Me
4. Black N’ Blue
5. Fine Line
6. Raining In New York
7. Out Of Bounds
8. Thunderbird Motel
9. The Mess You Left Behind
10. Killer On The Road
11. Friend Like Me

Oh, Laura sul web