Nucleus Torn

Knell

2008 (Prophecy)
avantgarde, folk-metal
7.5

Gli svizzeri Nucleus Torn sono un collettivo di sette musicisti centrato attorno alla figura del compositore e poli-strumentista Fredy Schnyder. Esordio a fine 2006 con il piccolo "Nihil", lavoro diviso tra brani di marca totalmente folk ed eterea, affidati alla splendida voce di Maria D'Alessandro, e brani ricchi di brusche (ma pur sempre eleganti) accelerazioni metal, guidati dell'altro vocalist Patrick Schaad.

Curioso e disomogeneo, e bellissimo, quel lavoro trova in questo "Knell" un seguito ben più ostico, complesso e ambizioso. Spazzata via qualsivoglia barriera tra generi, forme e definizioni comode, "Knell" è una sinfonia divisa in quattro parti che spazia attraverso scenari desolati e decadenti: c'è un concept sì, l'intera opera della band è in realtà un unico concept: c'è un uomo sulle tracce della donna amata, lei sola, rapita e smarrita, li seguiamo nei loro percorsi paralleli alla ricerca di senso e di vita.

Perché dove è ambientato "Knell" la vita sembra assente: le sue sterminate composizioni vivono di vuoti, pause, silenzi. E occasionali esplosioni che di metal hanno solo la forma, molto meno l'anima e il contenuto: esplosioni ovattate, dilatate come tutto ciò che prende forma negli spazi aridi e oscuri nei quali la musica dei Nucleus Torn vaga sconsolata. Una musica che è aperta, aerea e incontaminata, nella quale il rumore e il silenzio hanno uguale peso nel definire le coordinate e le emozioni. Musica libera da confini e limiti "ideologici".

Corde ora accarezzate, ora grattate, ora torturate, la presenza confortante del pianoforte, i voli minacciosi di tremolanti sezioni d'archi che hanno la forma di scure sagome di alberi morti contro il cielo notturno. Impervi davvero i sentieri armonici e melodici creati da Fredy Schnyder e portati alla vita dal suo impeccabile ensemble. Regna costante la magia di una musica di respiro e raffinatezza fuori dal comune. Raccontarne le evoluzioni ha poco senso: ci sono tre movimenti, ognuno dei quali spazia lungo registri ampissimi, musica colta e modern classical, metal e folk, tra innumerevoli strade, anfratti e vicoli ciechi da esplorare, nei quali anche chi ascolta è invitato a smarrirsi, con pazienza, dedizione e mente ben aperta. Sino al breve notturno per piano solo che conclude l'album.

Nei solchi di "Knell" c'è freddo, tensione, solitudine; ma a dominare è un'anima imponente, un calore lontano che è quello di una spasmodica ricerca di vita attraverso la terra desolata: "Knell" è questo, una ricerca, o per meglio dire una quest; un percorso di rinnovamento, un viaggio tormentato e avventuroso verso la speranza.

14/02/2008

Tracklist

1. I
2. II
3. III
4. IV

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