Tilly And The Wall

La band Tilly And The Wall riuscì ad emergere dalla pletora di formazioni indie-pop con l’ottimo e frizzante “Wild Like Children”, efficace riassunto di pop, folk e country, il tutto mescolato con uno spirito d’esecuzione collettivo, in cui i vari elementi si sostenevano con spinta empatica. Passati quasi tre anni di tour in giro per il mondo (Giappone, Europa, Australia), la band torna in studio per preparare il fatidico terzo disco.

La formula proposta da “O” è all'incirca la stessa: melodie caleidoscopiche, sezione ritmica incontenibile, coretti ben congegnati, attitudine disimpegnata e una buona dose di divertimento. Nei casi in cui questo stilema viene riproposto con gusto, i brani scorrono piacevolmente, il problema risiede negli episodi più improntati all’elettricità, decisamente non adatti alle caratteristiche del collettivo (il cattivo gusto di “Pot Kettle Black”). Fortunatamente questa tentazione viene limitata, riducendo le sbavature che inficiano il risultato finale solo lievemente.

Il resto si divide fra ballate crepuscolari raffinate (la struggente “Tall Tall Grass”), marcette scandite da un ritmo mutante (la sprizzante felicità di “Cacophony”, motivi sopra le righe per “I Found You”) e perline pop risapute ma sempre molto graziose (l'enfasi di "Falling Without Knowing", la deliziosa immediatezza del singolo "Beat Control").

“O” non sorprende né stupisce, ma riscuote un giudizio parzialmente positivo per la sua fattura indubbiamente attraente.

05/03/2009