Trouble Over Tokyo

Pyramides

2008 (Schoenwetter Schallplatten)
synth-pop, electro

Gli esordi discografici possono riservare sempre gradite sorprese. E' il caso anche di questo "Pyramids", a firma Trouble Over Tokyo, un disco che colpisce subito per freschezza e inusualità.
Il ragazzo, nato in un soporifero sobborgo nella zona sud-est di Londra, mostra fin da piccolo un notevole talento musicale. A 9 anni la prima canzone, poi un’adolescenza indolente fra fallimenti ripetuti all’interno di band locali e qualche peccato di gioventù. Dopo questi anni di perdizione, ammaccati ulteriormente da delusioni cocenti, arriva finalmente la possibilità di incidere un disco: un debutto limitato a 1000 copie e intitolato semplicemente “1000” (ad oggi irreperibile). Nel 2007 segue una seconda opera a più ampia diffusione, che lo mette in risalto per il suo stile inconsueto.

A una voce interessante, si aggiunge una musica originale e assemblata con cura. Le corde vocali paiono un intrigante mix fra la schizofrenia luciferina di Michael Jackson, la malinconia del più drammatico Thom Yorke e il pomposo Freddie Mercury. L'ibrido che ne scaturisce non è mostruoso come si potrebbe temere, e il ragazzo si impegna per non risultare anacronistico e stucchevole, sostenuto anche da un contorno musicale mai sovrabbondante, capace di contenere certi assoli d’ugola un po’ autoreferenziali, frenando il cattivo gusto un attimo prima che possa sgorgare.

Dal punto di vista tecnico siamo di fronte a una miriade di influenze ben impastate in un coraggioso collage. Forti rimandi al synth-pop chitarristico vengono ammorbati da campionamenti classici, beat acidi al limite dell’electro-clash mostrano il lato più ruvido dell’artista, ballate romantiche danno sfogo a emozioni più distese. Strumento principe, oltre alla chitarra, è il piano, che riesce a donare dinamicità e a frenare eventuali strutture elettroniche troppo opulente.
La tanta carne al fuoco in alcuni frangenti è un po’ azzardata, tuttavia ciò dimostra ulteriormente la voglia di scostarsi dall’ovvietà e di seguire nuove strade.

Il mood è melodrammatico fin dai primi istanti dell’album, con l’elegia dell’incipit “Start Making Noise”, prima decantata su una chitarra arpeggiata, poi su un finale electro-pop irto di beat angolari. Pianoforte, tastiere atmosferiche e un battito sintetico fanno da base a “Save Us”, restando sempre nel background, lasciando alla voce da virtuoso del vocalist tutto lo spazio di cui ha bisogno per un refrain in un falsetto conturbante.
Il capolavoro dell’album è “The Liar”, pop-song esemplare: sempre sospesa tra melodramma e fiaba, riesce a mantenersi a un passo dal kitsch senza mai scivolarvi, grazie a gorgheggi efebici e un tappeto di violini sempre opportuno e mai eccessivo; altro picco la ballata elettronica-acustica “4,228”, con ospite alla voce Milly Blue (già vocalist per i Basement Jaxx).

I momenti meno entusiasmanti sono quelli in cui viene meno il dinamismo dell’elettronica, a favore di un andamento più dimesso e intimista; è il caso della ballata “Eyes off Me”, con un soffice tappeto d’archi e un’interpretazione forse troppo altisonante. Il disco riprende però quota con “My Anxiety”, con la voce – più black che mai – che si destreggia sinuosa tra synth roventi e un pattern ritmico davvero epidermico; spettacolare anche lo sviluppo di “No-Handed (Part III)”, dalla quiete dell’inizio alla tempesta del finale, epico e in crescendo.
C’è spazio per altri due brani: “The Dark Below (Oh….. My God)” – un po’ blanda, invero – e la giocosa “Pyramids”, ideale conclusione di un disco dalle molteplici sfumature, che si propone come un caleidoscopio di umori e soluzioni tecniche.

Fresco e a volte spiazzante, “Pyramides” è un ideale punto di incontro di tecnica vocale e fruibilità pop, di atmosfere cupe e suoni ariosi, di tensione e movimento: c’è ancora da lavorare e qualcosa da rifinire, ma possiamo dirci soddisfatti di un album promettente e assolutamente personale.

06/10/2008

Tracklist

  1. Start Making Noise
  2. Save Us
  3. The Liar
  4. 4,228
  5. Eyes Off Me
  6. Washing Away The Dirt
  7. My Anxiety
  8. No-Handed (Part III)
  9. The Dark Below (Oh.....My God)
  10. Pyramids

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