Clara Moto

Polyamour

2010 (Infinč)
tech-house, electro, minimal

Dopo aver apprezzato una promessa come Ikonika, capace con il suo fervore giovanile di comporre un album vivace come “Contact, Love, Want, Have”, ecco dalla Germania un’altra fanciulla che entra di prepotenza nel settore dell’elettronica d’ascolto. Come Sara Habdel-Amid, Clara Moto (all’anagrafe Clara Prettenhofer) è una ragazza precoce, molto precoce. Selezionata nel 2006 dalla Red Bull Accademy per uno stage di perfezionamento delle sue doti musicali, conosce al Montreux Jazz Festival il boss della Infinè – benemerita etichetta ricercatrice di nuovi talenti –, Agoria, il quale le propone una collaborazione atta ad approfondire e far fruttare il suo talento. In seguito alla pubblicazione di due singoli (“Glove Affair” e “Silently”), giunge il momento del lancio sulla lunga distanza con “Polyamour”.

Come già anticipato dal bel titolo, il disco è una deliziosa miscela di tech-house, tinte electro e vocalizzi ben calibrati. Gusto per la melodia, giusta sperimentazione timbrica, pezzi vocali contagiosi. C’è tutto per far affezionare gli appassionati a un’opera che non si adagia su standard ormai consolidati ma sa andare oltre, giocando con gli stili, disorientando l’ascoltatore con continui cambi di marcia. Dotata di corde vocali cristalline, riesce a condire le tracce cantate con levità e pathos, grazie anche all’aiuto di Mimu (Miriam Mone), che la supporta in sede di scrittura ed esecuzione in tre tracce (“Deer & Fox”, “Joy Of My Heart”, “Silently”).

Proprio questi episodi, a metà fra un noir-pop da club malfamato (“Joy Of My Heart”) e morbosità electro (“Silently”, “Deer & Fox”), sono fra i più esplosivi e centrati e decorano il disco con un candore femminile di grande caratura. Gli strumentali sono minimali e asciutti, i suoni particolareggiati e di effetto, la produzione curata da Helmut Erler efficace e bilanciata. La semplicità e la sobrietà con cui Clara Moto riesce a svincolarsi dagli stereotipi minimal è meritevole e sorprendente; infatti, molti prodotti del settore usciti negli ultimi anni sono ammantati da una sensazione da “pilota automatico” davvero fastidiosa. Forse la giovane età o la fervida ispirazione hanno portato a comporre qualcosa che si distingue.

Le tastiere e i synth scintillano di una luce vivida e purissima (splendide rifrazioni stellari nell’accoppiata iniziale “Emory Bortz”-“Alma” oltre alla coloratissima “The Opposite Is Also Wrong”), mentre i toni tetri e profondamente malinconici (il singolo “Glove Affair”, “Goodnight Twilight”) vengono contrappuntati da una desolazione glaciale (la ritmo disteso di “Song Of Exhaustion And Ivory”) e una morbosità quasi asfissiante (gli stomp ciclici di “Three Seconds”, l’approccio massiccio in “Take A Second” e “Hall”).
Un album da adottare per gli amanti dell’elettronica da ballo non troppo becera, mistico frullato di tendenze, “Polyamour” prende la palla al balzo e colpisce nel segno con un fare deciso e poliedrico. Plauso alla bravura di Clara Moto e soprattutto all’etichetta Infinè, capace di dare fiducia a un nugolo di giovani con idee fresche e rigeneranti.

 

02/01/2011

Tracklist

  1. Emory Bortz         
  2. Alma     
  3. Deer And Fox
  4. Glove Affair     
  5. Song Of Exhaustion And Ivory         
  6. Goodnight Twilight         
  7. Joy Of My Heart         
  8. Threeminutes (Revisited)     
  9. Silently (Video Edit)         
  10. Take A Second         
  11. The Opposite Is Also Wrong

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