Human Greed

Fortress Longing

2011 (Omnempathy)
dark-ambient, modern-classical

Più delicato, nostalgico e rarefatto, il nuovo lavoro della coppia Michael Begg-Deryk Thomas si immerge subito in una dimensione sospesa tra cielo e terra, racchiusa tra i cupi rintocchi pianistici in un deserto di sparsi eventi sonori di "Invocation" e le voci impregnate di sacro che lasciano spazio a bordoni di archi e sfuggenti architetture umbratili di "Malagathens: Hotel".

In un equilibrio di pittoricismo acustico e oniriche evoluzioni elettroniche, gli Human Greed, grazie anche alla manipolazione di samples e field recordings, scrivono una lunga elegia intrisa di malinconico estremismo, sia inabissandosi senza remore tra i temibili ma affascinanti anfratti dell'animo umano, sia diluendo la tensione accumulata per il tramite di subdole rarefazioni ambientali. Rientrano, dunque, in questo gioco di opposti convergenti le peregrinazioni Stars Of The Lid di "Fortress Longing", l'incubo crepuscolare di "In Absentia Variations", l'elegia dell'insondabile di "Weeping Bees Of Heraklion" (quasi una variazione sullo straniamento vocale di Julianna Barwick), le profondità riecheggianti di "Anxiety" e le inquietudini in forma "classica" di "The Green Line" e "Solar Wind" (con voci recitanti di Begg e della Boitos).
Nel disco ci sono angoli nascosti e luoghi apparentemente impenetrabili, momenti di puro abbandono al mistero della memoria ("Changing of The Saddest Guard II"), spargimenti di sensazioni dentro nebbie scurissime cui l'apoteosi di "An End To Death" cerca di rimediare con l'accumulo di masse sinfoniche.

Il disco è impreziosito dagli interventi di alcuni collaboratori di fiducia (la violoncellista Julia Kent - già alla corte di Antony and the Johnsons - e Laura Sheeran, che si occupa delle armonie e degli arrangiamenti vocali) e dalle voci di Jean Marie Mathoul (tra le altre cose, collaboratore di Charlemagne Palestine) e di Nicole Boitos.
L'edizione limitata del disco, invece, aggiunge un cd bonus, contenente "Deshret", trentasei minuti ad opera di Begg e Colin Potter in cui l'atmosfera complessiva del disco-madre si trasforma in un tour de force conteso tra ipnosi dronica e tenue lacerazione dark-ambient.

Complessivamente, "Fortress Longing" è un'opera che merita rispetto, ma, anche a causa di un'eccessiva diluizione della materia sonora, risulta essere meno riuscita della precedente.

09/08/2011

Tracklist

  1. Invocation
  2. Malagathens: Hotel
  3. Fortress Longing
  4. British Museum
  5. In Absentia Variations
  6. Weeping Bees Of Heraklion
  7. Anxiety
  8. Changing Of The Saddest Guard
  9. Accumulating Sorrows In The Second Act
  10. The Green Line
  11. Solar Wind
  12. An End To Death

 

Bonus Ep

  1. Deshret

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