Lycus

Chasms

2016 (Relapse)
funeral-doom metal, black-doom metal

Tra le numerose formazioni dedite negli ultimi anni a tenere alti i fasti di una tra le più strazianti e dolorose espressioni del metal tutto, è un piacere essere testimoni dell'imponente ascesa registrata dai Lycus, quartetto californiano sistematosi con il suo secondo album, “Chasms”, nei quartieri alti di casa Relapse. Un piacere, si diceva, dacché quanto messo in mostra fino ad oggi dal combo funeral-doom non soltanto ha messo in risalto qualità timbriche e compositive di livello, ma lasciava intuire che c'era margine più che sufficiente per poter ipotizzare un'eventuale maturazione. Ipotesi che si è rivelata esatta: a dispetto di altre band smarritesi con il passaggio a etichette di maggior prestigio, è evidente nei solchi di questo lavoro il tentativo più che riuscito di superare impacci e limitazioni, nell'ottica di un pacchetto che mostri idee più solide, maggiore attenzione alle progressioni e elementi di rottura, atti a rafforzare un'identità ancora in divenire. Se ancora qualche sbavatura inficia il risultato complessivo, nondimeno il nucleo fondante l'operazione chiama a sé un ventaglio di soluzioni con il quale provare prossimamente la zampata decisiva.

Più coeso negli sviluppi dei singoli brani, notevole nel bilanciare l'impatto granitico e opprimente caratteristico del genere con improvvisi squarci di malinconica distensione e repentini cambi ritmici, “Chasms” amplia il pannello espressivo del quartetto attrezzandolo di intelligenti accorgimenti strumentali e una vena lirica più emotiva e poetizzante della norma, per quanto perfettamente ascrivibile ai dettami tematici del settore. Con l'unica eccezione della conclusiva “Obsidian Eyes”, in cui il passo mortuario della composizione aderisce in tutto e per tutto ai canoni stilistici funeral-doom, senza per questo difettare in intensità o spessore (quanto a dinamiche esecutive e senso della progressione, specialmente il doppio comparto chitarristico viaggia al massimo delle sue potenzialità), lo scarto di sensibilità da tanti progetti consimili fa presto a rendersi tangibile, anche dagli stessi che le regole del genere le hanno scardinate più e più volte.

Il decentramento del growl, a favore di un canto più pulito e comprensibile, ma soprattutto il diffuso utilizzo del violoncello, suonato da Jackie Perez Gratz, esacerbano la profonda mestizia del lavoro stemperando al contempo i momenti più massicci del lotto (esemplare il dialogo che scaturisce con chitarre e basso nella title track), in un'operazione che come motivazioni non fatica a trovare contatti con il black-metal a tinte dark dei Gris. Laddove quindi “Mirage” accentua il senso di avvenuta catastrofe contrapponendo alla dolente partitura di cello violentissime bordate sludge/black, invero non troppo pertinenti con lo sviluppo sinistro, strisciante, della composizione, si fa presto perché lo stesso stratagemma trovi invece maggior significato in “Solar Chamber”, nella quale la batteria detta un passo in netta antitesi rispetto allo scorrere sepolcrale di canto e rimanente strumentazione. Non propriamente la parata di soluzioni che ci si aspetterebbe da chi ha scelto di prendere un percorso così finemente canonizzato.

In un certo senso, più che nella forma (da cui comunque è del tutto ricavabile), il vero impatto funerario, la sensazione di un dolore sfiancante e insopprimibile, è da rintracciarsi nel portato emotivo di cui questi abissi riescono a fare da tramite, nelle pieghe di un suono e di un'attitudine postisi al servizio di un manifesto espressivo che nel sentimento, e nelle sue declinazioni più estreme, individuano il loro faro guida. Scelta non di poco conto, in un ambiente che tende ad appiattire proprio quest'aspetto in un gioco di tronfi tecnicismi: caparbi sulla propria strada, i Lycus hanno però approfittato del balzo nelle quotazioni nel migliore dei modi, puntando dritto a ergere un monumento sopra fondamenta di loro già solide. Una piccola sistemata aggiuntiva, e finalmente si potrà cominciare a pensare sul serio in grande.

22/02/2016

Tracklist

  1. Solar Chamber
  2. Chasms
  3. Mirage
  4. Obsidian Eyes

Lycus sul web