Tetrolugosi

II

2016 (Self-released)
synth-wave, ethereal, score

“As soon as the lights goes down, all the monsters come to find you”. E vengono a trovarci anche i marchigiani Sara Paradisi e Camillo Perazzoli, più noti come Tetrolugosi, che due anni dopo un buon debutto ricco di intuizioni ma ancora acerbo per quanto riguardava il comparto sonoro, tornano con "Tetrolugosi II".

Un album da cui traspare la loro passione per il cinema horror (John Carpenter e i Goblin sono tra le loro influenze principali), ma anche per quello Espressionista (si guardi il video di "Under The Full Moon"). Originali ed eclettici, la loro formula è il risultato dell'incontro di generi differenti: dal synth-wave all’ethereal ma anche dal neoclassical al synth-pop e alla colonna sonora. Il loro nuovo album li miscela ancor meglio rispetto alla loro prima prova. Gli elementi distintivi del duo sono un massiccio utilizzo del theremin da parte di Sara e il cantato solenne e quasi baritonale di Camillo.

Più di un pastiche ben realizzato. Una sorta di concept-album sul tema del mostruoso, metafora dell’Altro, del diverso, spesso ripudiato. In “The Elephant Man”, di cui molti conoscono la storia per via del capolavoro di David Lynch, Camillo impersona il direttore di un circo che sponsorizza "mostri" come Joseph Carey Merrick, invitando a guardarne le deformità, metafora usata per ricordarci che non dobbiamo temere ciò che è diverso, tutt’altro, perché tutti, a modo nostro, lo siamo. “I’m not an animal. I’m a human being, a human being!”. Anche nella successiva “Circus”, sorta di filastrocca, Camillo invita gli ascoltatori a guardare da vicino i freak che popolano il circo (la società).

Un album suddiviso in due parti. I primi quattro brani si focalizzano sulla mostruosità: Qui la musica è cadenzata e solenne, la voce è sempre pesata e le melodie sinistre citano ampiamente i b-movie del genere horror. Negli altri l’atmosfera è più rilassata e si fa meno sinistra, perlomeno dal punto di vista musicale, ma non da quello lirico. I testi, oltre ai suoni adottati, sono uno dei due punti di forza dell’album ed evidenziano molto i progressi compiuti. Molto belle le anafore nell’iniziale “All The Monsters”, ma anche i versi danteschi in “Inferno”, così come la narrazione della storia di Adamo ed Eva in “The Wrath Of God”, in cui Camillo impersona un Dio dalle due facce: benevolo finché le sue regole vengono seguite (“I’m gonna show my love for you”), furente nel caso in cui gli si disubbidisca (“You’ll know the wrath of god!”).

Spazio all'umorismo in “Cats In Space”, a base di gatti e sintetizzatori nello spazio che cantano una dolce e graziosa melodia, trademark del progetto, così come la passione per l'Oriente. Ad ogni modo, anche qui i due dimostrano maggiore serietà e una spiccata profondità sonora, a cui fa da contraltare la quasi triviale dimensione psych-horror del video di "All The Monsters" e la scelta di pubblicare l'album proprio il 31 ottobre.
Un certo richiamo al synth-pop e il ricorso a un beat in 4/4 spezza l’atmosfera opprimente dei brani precedenti. Anche il theremin utilizzato in "Inferno", al contrario dei testi, ha un suono meno teso, più arioso, quasi giocoso. “Sweet Undead” è cinematografica, sinistra e catchy.  Anche la distesa “Sometimes They Come Back” racchiude in sé un certo humour, e la sinfonica “Coffin Joe”, un non celato tributo ai Goblin, conclude un lavoro fuori dagli schemi e molto divertente.

I due sono cresciuti molto negli ultimi due anni, mostrando ottime capacità liriche e strumentali, anche grazie ad un accurato lavoro sul suono e sulla produzione, evidente anche e soprattutto nei dettagli analogici che permeano qui e lì l’intero lavoro. Se, come qualcuno affermò in una recensione del loro primo album, “i Tetrolugosi hanno qualcosa da dire”, oggi sanno anche comunicarcelo in maniera efficace.
Nell'attesa dell’ultimo capitolo di questa loro prima trilogia (perché ogni saga cinematografica che si rispetti, ce lo insegnano Sara e Camillo, non può non avere un terzo episodio), si consiglia l'ascolto dei loro album in successione cronologica, per comprenderne l'indubbia evoluzione e il loro semiserio universo narrativo.

09/11/2016

Tracklist

  1. All the Monsters
  2. Under the Full Moon 
  3. The Elephant Man
  4. Circus
  5. Cats in Space
  6. Inferno
  7. The Wrath of God
  8. Sweet Undead
  9. Sometimes They Come Back
  10. Coffin Joe

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