Tristan Da Cunha

Soçobrar

2017 (Taverna)
post-rock
6.5

I pavesi Francesco Vara, chitarra (Il Dio Cervo), e Luca Scotti, batteria (Interstellar Experience), oltre a Paolo Monti alla produzione (Star Pillow), fanno causa comune a nome Tristan Da Cunha per registrare, di prima intenzione, le quattro improvvisazioni di "Soçobrar".

Tocchi e rintocchi (piatti, tamburi, glissandi che risuonano in se stessi) aprono "Pico Da Rainha", ad alternarsi poi con un'esplosione di tragedia Codeine-iana. Il fraseggio disgiunto, tanto enfatico quanto introverso, del Neil Young di "Dead Man" s'irretisce, in "Ilha Inaccessivel", con un'accelerazione (che invero aggiunge poco) che diviene una sequela di accordi accidentati. La più lunga "The Settlement" e la sua più sanguigna versione scorciata, "Campo De Fogo", procedono per lamenti in sordina alla Ry Cooder e cercano di alzarsi, ma rimangono preda del loro sconforto, come in una "Careful With That Axe" dei Pink Floyd senza più forze.

Improntato alla saudade e alle esplorazioni dello scopritore portoghese che dà il nome al progetto, è il seguito più umano e drammaturgico dell'omonimo "Altaj" (2015), incubo di cacofonie elettroconcrete e soundscape psichedeliche del solo Vara. Sono ancora tutti suoi gli urli strozzati che sanno spaziare dai preziosismi melodici agli strepiti debordanti nel free-jazz, pur mantenendo con calma olimpionica la cadenza maestosa del cerimoniere. La batteria sottolinea e fa soprattutto da didascalia: ne è la parte molle. Co-produzione spartita tra Taverna e Delphic che fa respirare per bene la brezza fina dell'incisione in presa diretta. Edizione in cassetta di Cruel Bones.

14/06/2017

Tracklist

  1. Pico Da Rainha
  2. Ilha Inaccessivel
  3. The Settlement
  4. Campo De Fogo

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