Wharfer

Scenes Of The Tourist

2017 (Self-released)
chamber-folk, sad-americana

Canaglia Kyle, che ci fa sospirare dei moli di Brooklyn, di storie e panorami vissuti dall’umanità attraverso il filtro dell’arte. “Scenes Of The Tourist” racconta della monotonia, della prevedibilità rassicurante della malinconia, per non poter conoscere tutti, ma tutti poterli abbracciare.
È un piccolo miracolo, perché la carriera di Kyle “Wharfer” Wall è tutta percorsa con mezzi casalinghi, ma questo non gli ha impedito di apparire, quest’anno, su Pitchfork (un punto di merito a quest’ultima, tra le poche webzine di primo piano a recensire materiale autoprodotto) e forse uscire dal confortevole anonimato dei suoi dischi precedenti.

Forse è proprio l’essere rimasto rinchiuso nella sua, pur affascinante, bolla espressiva, che ha un po’ smussato la potenza artistica del progetto Wharfer. Una scrittura e uno stile ben radicati nella tradizione di Cohen e di Kurt Wagner, con inflessioni più riflessive e intimiste, che si specchiano nel suo immaginario metropolitano, picaresco (“Rye Wish”) e pieno di minute rivelazioni quotidiane (“Somewhere A Meteor Calls Me”), non lontane da quelle del vicino (per gli Stati Uniti) Lou Rogai.

È impossibile non associare il “bianco e nero” ai brani di “Wharfer”, al suo stile solenne ma non pretenzioso, e in questo la funzione di “caratterista” in musica di Wall si rivela forse la più ficcante. È difficile trovare un momento di estro, di vera trasfigurazione artistica, oltre le oneste e ben educate spazzolate di pianoforte, le delicate aperture ritmiche, e alla fine “Scenes Of The Tourist” svela tutta la sua essenza di pregevole accompagnamento a una storia o a una visione, si spera, più difficile da dimenticare.

26/01/2017

Tracklist

  1. Breeze (Since I Was Born)
  2. Lilacs
  3. Baton Rouge
  4. Blue Lewis
  5. Rye Wish
  6. Somewhere A Meteor Calls Me
  7. The Suitcase
  8. Marigold
  9. Arrows
  10. In The Old Magnolia Tree
  11. St. Helena
  12. The Wild

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