Maria Messina

Non siamo mai quelli di una volta

2018 (autoprodotto)
songwriter, alt-pop
7.5

Dopo l'ottimo esordio in lingua inglese di "Never Walking Shoes", la cantautrice Maria Messina (veronese trapiantata a Torino) torna sulle scene con l'ardua impresa di un album interamente composto in italiano. Dico arduo perché, si sa, l'interpretazione di un testo nella nostra lingua madre non è una scommessa da cui tutti escono vincitori. Maria Messina dimostra invece di saperci fare, di trovarsi totalmente a suo agio, a immergersi nelle sue canzoni, dalle quali scaturisce un'ironia genuina e mordace, spesso indirizzata verso le mille sfaccettature del proprio essere.

Figlia d'arte (il padre è il compositore Pietro Messina), in "Non siamo mai quelli di una volta" Maria si destreggia con brillante eclettismo tra chitarre, basso, tastiere, flauto e strumenti vari, lasciando solo la batteria e le percussioni a Paolo Rigotto, nei cui studi è stato registrato il disco.
Già dall'opener "Vorrei sempre malessere" si può evincere quali siano i punti fermi del cantautorato di Messina: un pop alternativo denso di arrangiamenti intricati, eppure totalmente catchy, anche grazie alla peculiarità della sua voce, un ammaliante ibrido tra Kate Bush e Tori Amos che si pone in contrasto con la sua penna tagliente. Nei suoi testi, infatti, Messina non si prende mai troppo sul serio e riesce a dipingere con elegante sarcasmo quelle che sono le ipocrisie della nostra contemporaneità, com'è il caso di "Odio fare shopping". 

Sembra quasi di trovarsi dinanzi a un concept-album, con le canzoni che scorrono l'una nell'altra come a indicare un percorso di catarsi e liberazione. Una tappa fondamentale di questo cammino è rappresentato dall'intima ballata "Adesso dopo ieri", delicata presa di coscienza dell'età adulta ("se ho finito i soldi è perché li ho usati/ mentre invece i sogni li ho dimenticati").
A un certo punto, ci pensa il sax di Marco Di Giuseppe a scombussolare le coscienze: dall'audace "Pensiero estivo a marzo", passando per l'esilarante misantropia di "Parole sdrucciole" ("non puoi stare con me perché sono inabbinabile") e l'incantevole glockenspiel di "Il silenzio". Nell'epilogo, spazio invece per i violini di Laura Masotto, capaci di fornire ulteriore spessore alle trame di Maria Messina: dal pop-prog di "Ho smesso di mangiarmi le unghie" fino a "Il nostro futuro è anteriore", atipica canzone d'amore posta a chiusura del disco.

In definitiva, "Non siamo mai quelli di una volta" segna l'esordio in italiano di una cantautrice vivace e versatile, che sicuramente merita di essere tenuta d'occhio.

21/03/2018

Tracklist

  1. Vorrei sempre malessere
  2. Odio fare shopping
  3. Adesso dopo ieri
  4. Pensiero estivo a marzo
  5. Parole sdrucciole
  6. Il silenzio
  7. Ho smesso di mangiarmi le unghie
  8. Il nostro futuro è anteriore


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