Housemartins

Housemartins

Gli Housemartins sono stati una delle più peculiari e interessanti formazioni emerse nel sottobosco del new pop britannico degli anni 80.
Si formarono a Hull, in Inghilterra, nel 1983 per iniziativa di Paul Heaton (voce) e Stan Cullimore (chitarra), ai quali si aggiunsero Norman Cook (basso) e Hugh Whitaker (batteria). Sin dagli esordi, la band si distinse per una formula musicale che fondeva la leggerezza del jangle-pop con una spiccata sensibilità politica e sociale, inscrivendosi nel solco del pop indipendente britannico della metà degli anni Ottanta.

Il loro esordio discografico avvenne nel 1985 con il singolo "Flag Day", in cui già si coglieva l'approccio caratteristico degli Housemartins: melodie semplici e orecchiabili che nascondevano testi impegnati, spesso sarcastici, su povertà e ingiustizia sociale.
L'album d'esordio, "London 0 Hull 4" (1986), fu una dichiarazione di intenti: un pop chitarristico brillante e immediato, con un'energia mutuata tanto dal northern soul quanto dal beat anni Sessanta. "Happy Hour" – uno dei loro più grandi successi – dimostrava una capacità di scrittura in grado di combinare efficamente ironia e malinconia, mentre "Sheep" e "Think For A Minute" evidenziavano il loro impegno politico, sottolineando le disuguaglianze economiche della Gran Bretagna thatcheriana.
La produzione del disco, pulita e diretta, valorizzava le armonie vocali e i riff di chitarra jangle, richiamando i Byrds e il primo periodo degli Smiths, senza però quel velo di decadentismo tipico della band di Morrissey e Johnny Marr.

Nel 1987 uscì il secondo e ultimo album, "The People Who Grinned Themselves To Death", che proseguì lungo le stesse coordinate stilistiche ma con una maggiore raffinatezza negli arrangiamenti. Il titolo stesso, caustico e beffardo, rifletteva il disincanto degli Housemartins verso l'Inghilterra conservatrice dell'epoca. Il singolo "Five Get Over Excited" era un esempio perfetto della loro estetica pop incalzante, mentre la title track adottava un tono più cupo e riflessivo, criticando implicitamente il ruolo della monarchia britannica.
Altri brani, come "Me And The Farmer", acceleravano il ritmo con un’ironia più marcata, mentre la splendida "Build" rivelava il lato più lirico e melodico della band inglese, con una costruzione musicale che anticipava le sonorità dei Beautiful South, la successiva incarnazione artistica di Paul Heaton.

Nonostante il buon successo, gli Housemartins si sciolsero nel 1988. Heaton e il batterista Dave Hemingway formarono i Beautiful South, band che avrebbe raggiunto una notevole popolarità con uno stile più levigato e sofisticato. Norman Cook, invece, intraprese un percorso completamente diverso, reinventandosi come dj e produttore con il nome di Fatboy Slim e diventando una delle figure di riferimento della musica elettronica degli anni Novanta.
Durati lo spazio di una breve ma intensa stagione, gli Housemartins rimasero una delle band più rappresentative della scena indie-pop britannica degli anni Ottanta, con una formula musicale che bilanciava perfettamente immediatezza melodica e consapevolezza politica, dimostrando che anche il pop più leggero può avere un’anima profondamente critica e densa di contenuti.

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