Dopo ben sei anni di assenza, i Rooney stanno per tornare con un nuovo album. Ne abbiamo approfittato per uno scambio di domande e risposte via mail con il leader Robert Schwartzman, le cui riflessioni mettono in mostra un mondo fatto di duro lavoro ma anche di passione e divertimento.
Questo nuovo album è stato realizzato quasi completamente da te, però ci sono altri musicisti accreditati. Hanno dato alcune idee sulla costruzione del suono o hanno semplicemente eseguito i tuoi piani?
Di solito lavoro da solo nel mio studio e più o meno mi nascondo, entro nel flow ecc.. Nel realizzare "Washed Away" ho registrato in diverse fasi e collaborato con vari musicisti. Alcune canzoni sono state registrate live, mentre altre solo con basso e batteria, con me che suonavo il basso accanto a Joel alla batteria, e poi ho fatto overdub da solo. Quindi è stato un mix, a seconda della canzone. Ho avuto il tempo di continuare a rivedere le sessioni, tornare a lanciare quasi delle sfide alle canzoni e alle registrazioni, quindi ho potuto fare un po' di chiarezza prendendomi un po' di tempo lontano dalle canzoni e poi tornandoci.
Nel passato, i Rooney erano una vera e propria band, con una line-up fissa, ora invece sembra essere il tuo progetto solista con ospiti. Questa differenza cambia il tuo approccio al songwriting, al modo in cui scrivi canzoni?
Il modo in cui io scrivo canzoni è che mi siedo al computer, o con una chitarra, o al piano, e semplicemente inizio a scrivere. Vedo dove si va. Oppure inizio a registrare, butto giù un beat e costruisco una canzone su una pista. Credo che chiunque tra le persone che suonano con me portino un proprio stile al processo di registrazione, ma penso che il modo in cui scrivo canzoni sia rimasto in linea con quello che ho sempre avuto. Non sto dicendo che non provo cose nuove con la scrittura, ma voglio dire che scrivo principalmente da solo e che l'approccio è stato lo stesso rispetto ai dischi precedenti dei Rooney.
Per quanto riguarda il suono, la differenza più grande rispetto al passato sono i synth. Sono arrivati per via dell'influenza dell'altro tuo progetto Starsystem, o ci sono altri motivi?
Adoro i synth e li uso in tutti i miei album, in alcune canzoni di più rispetto ad altre. "Washed Away" ha synth in diverse tracce, ma secondo me è più incentrato sulle chitarre. Questa era l'idea che ho portato avanti, di fare un album più focalizzato sulle chitarre. È un equilibrio, e c'è una scelta su quando usare o non usare i synth. Alcuni suoni di synth sono giusti, altri invece sono estranei ai Rooney.
Ascoltando l'album, sento che le canzoni con il suono più complesso e guidate dai synth sono all'inizio, mentre dopo un po' emergono l'immediatezza e le chitarre. Penso che questa sia una buona idea, perché, grazie ad essa, ogni canzone si accorda bene con le altre. L'hai fatto di proposito?
Sì, ed è bello che tu l'abbia notato! Ho lavorato per un po' sulla sequenza delle canzoni ed è una cosa dalla quale sono ossessionato per ogni disco che faccio. Ascolto il disco dall'inizio alla fine ogni volta che faccio un cambio nella sequenza per controllare che ci sia un sentimento, che si stia costruendo uno slancio e che porti l'ascoltatore in un viaggio musicale. Divido l'album in due lati, A e B, e apro il lato A con una canzone di impatto, lo chiudo con qualcosa che stia bene come chiusura e lo stesso faccio col lato B.
Dal punto di vista vocale, noto molte più armonie e seconde voci. Se sei d'accordo, dimmi quello che vuoi su questo.
Adoro il suono delle armonie e stratificare la mia voce. È semplicemente un suono che mi è sempre piaciuto e quando le armonie sono giuste e funzionano bene insieme, questo può davvero elevare la musica. Le armonie danno semplicemente una bella sensazione, accatastare una voce e questo calore, questa emozione che respirano nella musica. Sono cresciuto ascoltando gruppi che arrangiano la musica con tante armonie (Beatles, Beach Boys, i gruppi doo wop, ELO, Queen) quindi immagino sia qualcosa che ho semplicemente l'abitudine di ascoltare.
Probabilmente, questo è il disco dei Rooney con maggior varietà, per via delle cose di cui abbiamo parlato nelle domande precedenti.
Penso che la varietà sia una bella cosa e che possa far sì che il disco sia interessante e assortito. Può succedere l'opposto per album o artisti dove tutto suona allo stesso modo. Io voglio semplicemente che l'ascoltatore trovi in ogni canzone qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre, che ognuna abbia una propria personalità. È bello quando la gente apprezza le diverse canzoni, la vibrazione che si sprigiona tutto intorno, e che ogni canzone abbia una propria personalità.
Ho la sensazione che i testi siano più simili rispetto alla musica, se si mettono a confronto tutti gli album, sei d'accordo?
Penso di sì... sei molto bravo! Sembra che tu capisca cose delle quali io non ho la consapevolezza o a cui non penso. Ma sì, ora che lo dici, penso di sì. Forse è perché sono sempre io a scriverli o semplicemente perché ho una certa continuità nello scriverli. Però non sto cercando consapevolmente di mantenere lo stesso approccio ai testi album dopo album.
Dici che non volevi che una sola canzone o poche canzoni fossero chiaramente migliori delle altre, e penso che tu abbia compiuto questa missione. Hai lavorato su molte canzoni e ne hai scartate alcune, forse anche quando erano già finite, o ti sei concentrato con particolari cura e attenzione sulle canzoni che sono sul disco?
Sono piuttosto selettivo con le canzoni che metto in un album. Non mi piace aggiungere una canzone senza che essa dia qualcosa di significativo o di emozionante al disco. Sono tornato indietro diverse volte e ho continuato a cambiare le canzoni, a toglierne alcune e aggiungerne altre, finché il disco non è venuto fuori nella sua interezza. Una volta che è fuori, non posso tornare indietro e cambiarlo, quindi divento ossessivo su questa cosa perché trovo difficile non darle importanza. Per quanto riguarda le canzoni specificamente, cerco di andare avanti con quelle che aggiungono qualcosa all'album, provo a mettere tutto insieme e cerco di essere certo che a ogni canzone vengano dati la giusta attenzione e il giusto tempo per far sì che diventino ciò che devono essere.
Penso che i dischi dei Rooney mostrino la tua età, il debutto omonimo del 2003 è chiaramente qualcosa fatta da un uomo nei propri vent'anni, qui si sente che sei una persona adulta, sei d'accordo?
Apprezzo quello che dici e sono contento che tu senta una crescita in tutti questi album. Avevo 17/18/19 anni quando ho scritto e registrato il disco di debutto dei Rooney, mentre "Washed Away" l'ho fatto alla fine dei vent'anni e all'inizio dei trenta, quindi sono contento che la musica cresca con me e viceversa. Non so dare una risposta a questa domanda, so che alcuni artisti vogliono sempre avere un suono giovane e possono anche provare a scrivere come se fossero più giovani. Io, semplicemente, scrivo quello che scrivo al momento.
Vi ho visti solo una volta, nel 2007, era stato molto bello il concerto. Cosa possiamo aspettarci dai live dei Rooney nel 2016?
Mi sto davvero divertendo molto a suonare dal vivo quest'album e anche le canzoni dei Rooney che risalgono a qualche anno addietro. Tutto il repertorio è ancora parte dello show di oggi, con canzoni come "I'm Shakin'", "Blueside", "When Did Your Heart Go Missing", ecc.. Il punto più importante dei concerti è quello di lasciarsi andare e far sì che il momento abbia il sopravvento, l'energia che viene dalla gente, dalla potenza dell'impianto sonoro, dall'essere sul palco, e far sì che sia la musica a parlare. Quindi mi piace suonare tutte le canzoni, coinvolgere il pubblico, mettere insieme i brani da diversi album e creare un'atmosfera accogliente, che consenta a tutti di divertirsi. Quando non suono dal vivo, non sto facendo tutto ciò che amo. Spero che tu possa rivederci presto e grazie per le domande!