I fiorentini Psychedelic Witchcraft nascono nel 2015 da un’idea della vocalist Virginia Monti. Appassionata di rock psichedelico, blues, occultismo e di cinema horror degli anni Sessanta e Settanta, in particolare dei super-classici della indimenticabile Hammer Film, Monti cerca di creare una band dalle sonorità vicine a quei gruppi che dalla fine degli anni 60 in poi hanno arricchito le atmosfere lisergiche dei Jefferson Airplane con scenari horror abitati da streghe, vampiri e creature della notte. In poche parole, si avvicina a band come i Coven, i Black Widow o i Sam Gopal, con chitarre distorte hard-rock e saltuari riferimenti doom.
Virginia Monti ha tutto per essere una sorta di alter ego italiana di Jinx Dawson dei Coven, sia per la voce potente e versatile, sia per la sua presenza scenica carismatica, che non sfigurerebbe nel ruolo di vampira nel Dracula di Christopher Lee o come strega in "La maschera del demonio" di Mario Bava. A lei si aggiungono Riccardo Giuffrè al basso, Jacopo Fallai alla chitarra e Mirko Buia alla batteria che contribuiscono a fornire una robusta base di rock-blues psichedelico, con una facilità nel trovare melodie interessanti e coinvolgenti davvero sorprendente e una attitudine che ricerca lo spirito più autenticamente legato al rock delle origini, visto come forza liberatoria, con un approccio più fisico che non cade mai nella banalità.
Esordiscono nel 2015 con Black Magic Man, Ep di appena quattro brani, che si fa notare dagli appassionati del genere e viene ristampato nel 2016 con l'aggiunta di una cover dei Sam Gopal, “The Dark Lord”. Black Magic Man mostra una formazione dotata di un'ottima conoscenza del genere che vuole approfondire, riuscendo - pur in un contesto chiaramente vintage - a essere sempre se stessa, mai un semplice clone. Molto bello il video della title track ispirato al film "She Killed In Ecstasy" (1971) di Jesus Franco.
Nel 2016 pubblicano il loro primo Lp raggiungendo la piena maturità e la totale consapevolezza dei propri mezzi. The Vision, proseguendo con un heavy-psych-rock con spiccate venature esoteriche, cavalca le sonorità tipicamente seventies con padronanza e uno stile personale, in nove brani che tirano a lucido un mondo sonoro ormai storicizzato. Persiste il gusto della riscoperta e della rivalutazione di una stagione ormai finita, che non viene mai contaminata con qualcosa che sia successivo ai primi anni Settanta. Tutti i riff, a partire da brani come "A Creature" o "Different", suonano molto simili a quelli presenti nel primo Ep. L'intro di "Witches Arise" non può non rimandare al primo album dei Black Sabbath, così come "Demon Liar" nella sua asprezza e nei suoi assoli acidi ci immerge nell'heavy-psych più energico.
Gli altri brani continuano in direzione analoghe con l'eccezione della ballad "The Only One That Knows", dello stoner-rock di "War" e del notevole acid-rock del finale "Magic Hour Blues", ottimo blues ad alto tasso psichedelico, dilatato e nostalgico, che renderebbe felici Jerry Garcia e i Grateful Dead. In particolare quest’ultimo brano rappresenta per vari versi il loro vertice, con la potenzialità di portare il blues alle nuove generazioni, con una performance magnifica del chitarrista Jacopo Fallai e il canto di Virginia Monti al massimo delle sue potenzialità. Non meno importante, contribuisce alla potenza di “Magic Hour Blues” il video ipnotico che conferma il carisma della stessa Monti.
Nel 2017 Monti regista un album con la band doom-stoner Dead Witches (Ouija), mentre per i Psychedelic Witchcraft è la volta di un nuovo Ep, Magic Rites And Spell, con tre inediti, una cover dei Blue Oyster Cult e i quattro brani presenti nel primo Ep. Questa raccolta preannuncia Sound Of The Wind che, tra monolitici riff psych e stoner, fa notare un minimo cambiamento nello stile del quartetto fiorentino; un maggiore concentrato di energia e potenza e meno pulsioni lisergiche, che potremmo riassumere in "più Black Sabbath e meno cavalcate ipnotiche alla Grateful Dead".
Dopo una breve intro ("Maat") si arriva dritti nel cuore dell'imponente riff di "Lords Of The War", classico brano tra Black Sabbath e blues psichedelico, arricchito anche da testi antimilitaristi non scontati. Insieme a “Rising On The Edge” - entrambe presentate con due bei video ufficiali - per potenza, comunicatività e immediatezza rappresentano un perfetto esempio delle potenzialità dei fiorentini.
“Turn Me On” e “Sin Of Mine" rimandano abbastanza chiaramente ai blues duri dei Led Zeppelin, mentre la potente “Wild We Go” - con un'intro cinematografica - è un buon hard-rock con finale poderoso, incentrato sull’importanza di rimanere sempre se stessi, comunque vada. La title track è invece un clone un po’ troppo calligrafico del capolavoro “White Rabbit” dei Jefferson Airplane.
Si aggiungono coinvolgenti suoni di tastiera nel caos di “The Warrens”, dedicata alla coppia di demonologi Ed e Lorraine Warren, mentre le due tracce finali - “Let Me Be Myself” e la strumentale “Horizons” - rappresentano, insieme ai singoli da cui sono tratti i due video ufficiali, il meglio dell'album. La prima è un classico blues psichedelico dilatato, simile alla bellissima "Magic Hour Blues" del primo album, la seconda è il momento più fluido e liberatorio dell'Lp, vera fuga di note priva di rigidi schemi, introdotta da un breve pattern di piano.
PSYCHEDELIC WITCHCRAFT | |
Black Magic Man Ep(autoprodotto, 2015) | |
The Vision (Souseller, 2016) | |
Magick Rites And Spells Ep (Soulseller, 2017) | |
Sound Of The Wind (Listenable, 2017) |
Angela | |
Black Magic Man | |
Magic Hour Blues | |
Rising On The Edge | |
Lords Of The War |