14/12/2010

Janelle Monae

Fritzclub, Berlino


Fritzclub, Berlino, apertura in grande stile sulle note di "Suite II Overture"; Janelle Monáe entra in scena scandendo il rap di "Dance or Die"; davanti a noi la protagonista di uno dei migliori dischi del 2010, "The Archandroid". Non esce infatti tutti i giorni un concept futuristico che mescola brillantemente r'n'b, pop, funk, soul. Accompagnata in scena dal suo gruppo di scalmanati musicisti e ballerini, che saranno parte integrante di tutto lo spettacolo, la ragazza del Kansas, astro nascente della musica black, inizia a raccontarci del suo amore impossibile nell'anno 2719. Dopo i ritmi funky di "Faster", e il pop di "Locked Inside" restiamo incantati dall'emozione limpida di "Smile", in cui Janelle, con solo Kalindo alla chitarra, si concede più sinceramente che mai, quasi sospesa nel tempo, di nuovo "umana" nella grazia della sua voce e dei suoi 25 anni, prima di rituffarsi nei vortici esuberanti di "The Archandroid".

 

L'esibizione è una specie di spettacolo a tema, fra pose teatrali, quadri dipinti, maschere e gadget vari e fantasiosi, che in alcuni momenti fanno quasi abbozzare un sorriso, per il contrasto che emerge tra certe caricature espressive e la leggerezza da bambina della figura di Janelle. Dal vivo le canzoni acquistano un impatto rock sconosciuto rispetto all'album, con l'effetto talvolta però di impedire alla voce di mostrarsi in tutta la sua ariosa vitalità, come accade in parte per la dolce "Oh Maker". Il soul di "Mashrooms & Roses" parte melodicamente in sordina, per poi lanciarsi in un crescendo finale esplosivo fra acide note di chitarra e il canto gridato di Janelle; "Cold War" colpisce nel segno come ogni volta che la si ascolta, come l'emozionante video della canzone.

 

L'altro singolo dell'album, "Tightrope", ultima canzone prima dell'encore, riesce nell'impresa di trascinare definitivamente il pubblico, coinvolto dalla capacità del gruppo di trasmettere in maniera coreografica l'energia r'n'b del pezzo, come ne fu ammaliato anche David Letterman. Il live si conclude con la canzone più rock di "The Archandroid", "Come Alive", con una riuscita scenografia finale del pubblico con il gruppo che accompagna le ultime note e suggestioni dello spettacolo. E così, fra gli applausi, Janelle Monáe si accomiata dalla folla e da Berlino, tornando nel mondo di fantascienza da cui era scesa per una sera, androide dalla voce e dal carisma unici.

(foto di Costanza Piancastelli)

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