In uscita l’8 maggio 2025, in contemporanea con "L’amore che ho", il nuovo film di Paolo Licata ispirato alla vita personale e artistica di Rosa Balistreri, arriva "L’amuri ca v’haju", la colonna sonora originale curata, composta e prodotta da Carmen Consoli. Il progetto rappresenta un tributo profondo e partecipato a una delle figure più emblematiche della cultura musicale siciliana del Novecento. Pubblicata da Narciso Records, l’etichetta fondata dalla stessa Consoli, con distribuzione ADA – Warner, la colonna sonora sarà disponibile dall’8 maggio su tutte le piattaforme digitali e prossimamente anche in formato vinile. Carmen Consoli ha assunto un ruolo centrale nella realizzazione del progetto, curando non solo la scrittura e la produzione musicale, ma anche gli arrangiamenti, l’orchestrazione e la preparazione vocale delle attrici protagoniste del film, delle quali è stata vocal coach. Oltre alla dimensione musicale, la cantautrice catanese appare nel film anche come attrice, nel ruolo di Alice, artista di strada e chitarrista che condivide un tratto del percorso con Rosa. Guarda qui sotto il trailer di "L’amore che ho".
"Lei veniva da Licata e si narra che il primo paio di scarpe l'abbia messo a nove anni - ci ha raccontato Carmen Consoli a proposito di Rosa Balistreri nell'intervista concessa a OndaRock - Una donna nata e cresciuta in una povertà terribile. Eppure con questo enorme dono della voce, con questa capacità di potersi sempre migliorare e di volersi accostare alla cultura, con questa attitudine quasi socratica che l'ha portata ad attorniarsi di pittori, scrittori, artisti, è riuscita a imporsi. Io sono cresciuta con la musica americana, mi piaceva il blues... Nel film, Rosa Balistreri è raccontata attraverso quattro fasi della sua vita, interpretate da attrici diverse: l’infanzia segnata da un padre violento, il matrimonio combinato e il carcere, il periodo del trasferimento a Firenze e del successo nazionale, e infine la vecchiaia, con il ritorno nella sua Sicilia. A dare voce e corpo alla protagonista sono tutte donne, e ciascuna interpreta i brani in funzione della fase narrativa assegnata, facendo della voce di Rosa una voce collettiva: quella di chi ha lottato, resistito, subito abusi, ma non ha mai smesso di cantare e raccontare. Anita Pomario è così la giovane Rosa, madre e moglie, e interpreta con delicatezza le ninna nanne dedicate alla figlia; Donatella Finocchiaro dà forza ai brani più politici e di denuncia, contro mafia, corruzione e oppressione; Lucia Sardo interpreta la Rosa anziana, e canta con una voce più dolce e consapevole, segnata dalla riconciliazione con la propria storia.
La colonna sonora mescola canti della tradizione popolare (resi celebri dalla stessa Balistreri) e composizioni originali di Carmen Consoli, pensate per accompagnare emotivamente i momenti chiave della narrazione. Ogni tema musicale ha una sua identità sonora precisa, ottenuta attraverso una ricerca timbrica raffinata e un’orchestrazione coerente con il tono emotivo della scena. Tra i brani originali si distinguono: “A scavaddata”, che racconta la giovinezza di Rosa con colori mediterranei e arabeggianti, grazie a una strumentazione eterogenea che include bouzouki, chitarra elettrica, theremin, cajon e violino; “Lu requiem”, tema drammatico legato all’omicidio della sorella di Rosa, dominato dagli archi intensi dell’Orchestra Popolare Siciliana; “Angela Nica”, dedicato al rapporto tra Rosa e la figlia Angela, ma anche alla bambina che Rosa è stata, con una composizione malinconica e delicata, costruita intorno al glockenspiel e alle chitarre suonate dalla Consoli, tra cui una chitarra classica appartenuta alla sua prozia.
Il brano che dà il titolo al progetto, “L’amuri ca v’haju”, è l’unico a contenere la voce originale di Rosa Balistreri, in una versione toccante ed essenziale accompagnata solo da due chitarre classiche suonate da Massimo Roccaforte e dalla stessa Consoli. L’arrangiamento spoglio intende lasciare spazio alla potenza cruda della voce di Rosa, emblema della sua autenticità e forza espressiva. A completare la colonna sonora, la partecipazione straordinaria di Mario Incudine, uno degli artisti più rappresentativi della nuova scena della musica popolare siciliana. Incudine interpreta un cantastorie a cui la piccola Rosa confida il suo sogno di diventare artista. I brani a lui affidati – tra cui “Na virinedda”, “A barunissa di Carini”, “U baruni re canalazzi” – sono proposti in arrangiamenti essenziali e popolari, con voce e chitarra acustica, e nella versione di Carmen arricchiti dal mandolino di Roccaforte.