Ieri sera, 5 dicembre, il leggendario Roundhouse di Londra si è trasformato in un tempio della musica per "Mark Lanegan – A Celebration", un evento speciale in onore di quello che sarebbe stato il 60° compleanno di uno degli artisti più profondi e iconici della scena contemporanea.
Organizzato dalla Mark Lanegan Foundation e da Kilimanjaro Live, il tributo ha riunito una line-up mozzafiato: Josh Homme e Troy Van Leeuwen dei Queens Of The Stone Age, Dave Gahan dei Depeche Mode, Chrissie Hynde dei Pretenders, Bobby Gillespie dei Primal Scream, Greg Dulli degli Afghan Whigs, Alison Mosshart dei Kills e i Soulsavers.
Tra i momenti più toccanti, l’esibizione di Dave Gahan, che ha condiviso ricordi personali in un’intervista a NME prima di salire sul palco. L’apice emotivo? Un duetto con Josh Homme in una versione struggente di "One Hundred Days", seguito da classici come "Kingdoms Of Rain", "Revival", "Hit The City" e "Sideways In Reverse". Quest’ultimo è stato introdotto dalla registrazione di Twelve Gates to the City con la voce originale di Lanegan, un momento che ha stretto il cuore del pubblico.
Greg Dulli, amico e collaboratore storico di Lanegan, ha infiammato il pubblico con una vibrante Methamphetamine Blues dall’album Bubblegum e con The Stations, tratta dai tempi dei Gutter Twins. A completare il tributo, Bobby Gillespie ha riportato in vita gli Screaming Trees con una toccante cover di Sworn And Broken.
Non è stata solo una serata di musica, ma un ritratto intimo e potente di un artista che ha segnato una generazione. Tra performance mozzafiato e storie personali, gli amici di Lanegan hanno dato vita a un omaggio sincero, celebrando l’eredità immortale della sua voce e del suo spirito. Il Roundhouse, già scenario della sua ultima performance londinese, si è rivelato il luogo perfetto per un tributo tanto autentico quanto memorabile.