Franco Battiato, l'omaggio di Topolino: una copertina variant che rievoca "La voce del padrone" con Pippo nei panni del cantautore

19-05-2025
Una copertina speciale, un omaggio sentito - nel giorno del quarto anniversario della scomparsa - a uno dei più grandi artisti della cultura italiana: Franco Battiato. Sarà proprio l'artista siciliano il protagonista della variant cover del numero 3627 di Topolino, firmata da Alessandro Pastrovicchio e realizzata in esclusiva per l'Etna Comics 2024 (30 maggio–2 giugno).
Protagonista dell’illustrazione è Pippo, immerso in un paesaggio che richiama la copertina dell’album “La voce del padrone” del 1981, il più celebre (e il più venduto) del cantautore etneo. Un tributo che unisce fumetto, musica e identità siciliana.

L’annuncio è stato dato dalla pagina Facebook di Etna Comics, nel giorno dell’anniversario della morte di Battiato, avvenuta il 18 maggio 2021. "Con grandissima emozione – si legge nel post – condividiamo con voi la meravigliosa copertina variant celebrativa in edizione limitata del numero 3.627 di Topolino Magazine, dedicata a Etna Comics 2025 e disegnata da Alessandro Pastrovicchio, che omaggia il maestro Franco Battiato nel quarto anniversario dalla sua scomparsa, prendendo spunto dal manifesto della 13ª edizione realizzato da Igort". La cover sarà disponibile dal 30 maggio al 2 giugno in esclusiva allo stand di Panini Comics Italia al’inter – no del Festival internazionale del fumetto, del gioco e della cultura pop, mentre dal 5 giugno sarà disponibile nelle fumetterie e sul sito panini.it.

"La voce del padrone" è stato il frutto di un percorso intrapreso fin dall’inizio degli anni 70: dopo sette dischi elettronici e sperimentali, Battiato aveva virato verso il pop nel 1979 con "L’era del cinghiale bianco" e poi, l’anno seguente con "Patriots". Seppur ottimi, questi due dischi non possiedevano ancora quella compattezza, semplicità, limpidezza che consentiranno poi al maestro di Jonia di sfondare definitivamente.
Musicalmente, "La voce del padrone" si presenta come "pop", ma riaggiornato con spruzzate di quello che la scena musicale degli anni precedenti aveva prodotto, dal punk all’elettronica, dalla new wave fino alle trovate "classicheggianti" dovute in gran parte alla collaborazione stretta con il maestro Giusto Pio, autore delle musiche insieme allo stesso Battiato. I testi sono un geniale pastiche di letteratura, musica, pubblicità, politica, filosofia, religione… e non ci è dato sapere fino a che punto si tratti di puro nonsense o di sapienti accostamenti. Certo è che Battiato non ha paura a mischiare citazionismo alto e basso: dai "Minima moralia" di Adorno (che in "Bandiera bianca" diventano "Immoralia") ai "Figli delle stelle" di Alan Sorrenti, dal "Cantami o diva" a "Il mondo è grigio/ il mondo è blu", di Nicola di Bari.
La critica sociale è spietata e alcuni testi, letti oggi, anticipano lucidamente e clamorosamente gli anni 80, cosiddetti del "riflusso", con il rampantismo, la crisi delle ideologie e la rincorsa al denaro e al benessere ("Siamo figli delle stelle/ pronipoti di sua maestà il denaro"): d’altronde lo sventolio della bandiera bianca dell’omonima canzone (anch’essa una citazione, dall’ "Ode a Venezia" di Arnaldo Fusinato, del 1849) non è altro che un segno di resa da parte del cantautore nei confronti della società, qualcosa di simile alla metafora del ritorno del "cinghiale bianco" di un paio di album anteriore. E’ grazie a questo mix che Battiato scala le classifiche, ma convince anche la critica, gettando le basi per il successo della sua intera carriera.