È morto il cantautore irlandese Shane MacGowan, già leader dei Pogues, all'età di 65 anni. A stroncarlo è stata una rara encefalite cerebrale, malattia che comporta il rigonfiamento del cervello e difficoltà di parola o perdita di movimento. "Soffro di encefalite", aveva spiegato agli spettatori di un suo concerto, mentre indossava un paio di occhiali da sole. A causa della malattia, infatti, la visione della luce gli provocava intensi dolori che, tuttavia, MacGowan ha "sempre provato a superare, tentando comunque di trascorrere un felice Natale con i suoi amici e fan", come aveva raccontato la moglie Victoria Mary Clarke. Amico e collaboratore di Kirsty MacColl, Joe Strummer, Steve Earle, Johnny Depp, Sinéad O'Connor e Nick Cave (che recentemente lo aveva ricordato con affetto in un suo post), l'istrionico musicista e cantante era nato il 25 dicembre 1957. La morte di MacGowan ha suscitato una profonda tristezza fra i suoi tanti fan sui social media e il ricordo di alcuni fra i maggiori musicisti sulla scena internazionale. Nick Cave lo ha definito "un vero amico e il più grande cantautore della sua generazione". Il frontman dei Charlatans, Tim Burgess, gli ha reso omaggio affermando che MacGowan è stato per lui e la sua band una fonte unica di ispirazione. La storia del leader dei Pogues, fatta di successi soprattutto negli anni 80, ma anche di eccessi e autodistruzione, è stata raccontata nel documentario del 2020 "Crock of Gold – A Few Rounds with Shane MacGowan", prodotto da Johnny Depp e diretto dal regista Julien Temple (vedi il trailer qui sotto).
Nato nel Kent, MacGowan era figlio di immigrati irlandesi. Nel 1982 aveva formato il gruppo punk irlandese Pogue Mahone, (come Pogue Ma Hone che in lingua gaelica suona più o meno come "baciami il culo" e che sarà accorciato in Pogues quando i nostri firmeranno con la Stiff. Personaggio scorbutico, ribelle, MacGowan, dopo diverse esperienze in band punk, aveva deciso di mettere su un gruppo in grado di suonare quantomeno nei pub, di fronte a un tipo di pubblico sempre poco attento alla forma quanto alla sostanza di ciò che gli viene proposto (come quello punk), comunque più numeroso e ben disposto del precedente. Dopo un periodo di rodaggio nei pub di Londra e in veste di busker per le strade del Regno Unito tutto (con anche qualche puntatina in Francia), i Pogues (Jem Finer al banjo e Spider Stacey al tin whistle, cui poi si aggiungeranno il batterista Andrew Ranken e il polistrumentista James Fearnley), confortati dalla risposta del pubblico alla propria ricetta che mostra country, rockabilly, ska e reggae filtrati nell'ottica della ripresa folk, hanno deciso di ritentare la strada del professionismo musicale, reclutando all'uopo la bassista Cait O'Riordan.
"Rum, Sodomy And The Lash", il loro secondo disco, è quello della maturità artistica. Dopo aver dimostrato con il primo "Red Roses For Me" (1984) di essere in grado di manipolare la materia folk ben al di là della rivitalizzazione dei classici infondendogli con l'attitudine punk che li guida nuova linfa vitale, con questo secondo lavoro i Pogues trovano con il proprio suono, abile mix di strumentazione acustica e ritmi forsennati e alcolici (pilotato da un Elvis Costello in stato di grazia in cabina di produzione e grazie anche all'inserimento nella line up del veterano Philip Chevron), e con la penna di MacGowan la ricetta per la definitiva consacrazione tra i grandi della folk music (sfido chiunque a saper distinguere tra "The Sick Bed Of Cuchulainn" e "I'm A Man You Don't Meet Everyday" quale sia il traditional e quale sia stata scritta per l'occasione), dando voce a quella massa di "beautiful losers" che prima di lui solo il Tom Waits che cercava il cuore del sabato notte e lo Springsteen che si agitava nell'oscurità ai margini della città erano riusciti a rendere protagonisti in un ambito più propriamente pop-rock. Del 1986 è "If I Should Fall From Grace With God", che contamina la loro musica con influenze di altre culture, come quella latinoamericana. A trascinarlo al successo, la celebre Christmas song "Fairytale Of New York". A dispetto di un momento di buon successo, le divergenze con Shane MacGowan continuano finché il musicista non lascia il gruppo nel 1991. I Pogues si trovano così in una fase di stallo; per un breve periodo arriva come cantante Joe Strummer, ma poi Stacy diventa definitivamente la voce principale. Seguono due album: "Waiting Fo Herb" (1993) – che contiene "Tuesday Morning", il singolo più venduto della band – e "Pogue Mahone" (1995). I Pogues si sciolgono nel 1996. Nel 2001 - con MacGowan alla voce – il gruppo ritorna assieme per un breve tour natalizio e nel 2004 per nove date nel Regno Unito. Nel 2005 si susseguono una serie di date dal vivo; appaiono in alcune trasmissioni televisive sulla Bbc e nel 2006 sono in tour negli Stati Uniti e in Inghilterra. Nel luglio 2007 uno dei componenti storici della band, Philip Chevron, è costretto a lasciare per gravi problemi di salute. A maggio 2008 esce il box set dal titolo "Just Look Them Straigh In The Eye And Say... Pogue Mahone", con cinque brani inediti. Shane MacGowan ha fatto parte della band fino al suo scioglimento nel 2014.