Rispetto ai lavori precedenti "Diamonds On the Inside" è un lavoro più riflessivo. Questo non toglie, però, che tutto è stato armoniosamente intrecciato. Musicalmente è il suo lavoro più ricco e denso di sonorità. E le sue ballate acustiche vanno dritto al cuore anche grazie a liriche intensissime e delicate, piene di ottimismo e speranza. A cominciare dal primo singolo estratto, omaggio a Bob Marley, "With My Own Two Hands". E a esaltare quella forza interiore che deve risplendere come un diamante, non solo recupera suoni e versi di reminiscenza dylaniana nella title track ma anche il gospel in "When it's Good" e i cori dei padri africani della preghiera "Picture Of A Jesus", in cui si sente l'influenza di Paul Simon così come in "Blessed to Be Witness". Mentre l'acustica "Amen Omen" deve qualcosa a certe ballate dei Rolling Stones. E ancora sonorità della Motown in "Bring The Funk" e "Brown Eyed Blues". Addirittura il Lenny Kravitz degli inizi rivive in "Touch From Your Lust". Insomma, un universo emozionante che rapisce immediatamente anche per la voce di Harper, duttile, attenta a varie tonalità e alle sfumature.
Nella sue corde vocali tutti i lampi e il dolore della lotta per un mondo dove regni l'armonia e l'amore. Nell'ultimo brano, "She's Only Happy In the Sun", “…Every Time I Hear You Laughing It Makes me Cry...”. Si vivono giorni così poco felici che un sorriso sereno può addirittura provocare un pianto liberatorio.
(28/10/2006)