E' un disco color seppia, come già ottimamente sottolinea la veste grafica, nel quale la strumentazione acustica (chitarra, banjo, piano, ukulele, percussioni) regna sovrana, con l'aggiunta di leggeri arrangiamenti d'archi qua e là, violini, viole e violoncelli che entrano ed escono dai brani quasi sempre singolarmente, senza appesantire mai la lineare e classica struttura delle canzoni, forti di arrangiamenti morigerati per merito dei quali vanno a costituire un quadro d'insieme coerente e compatto.
Difficile dunque in questo caso risulta l'analisi brano per brano, segnalare un pezzo piuttosto che un altro, visto che le "forme" adottate li rende per forza di cose tutti piuttosto somiglianti: potremmo menzionare "Far End Of The Night", dove l'eco dei Grant Lee Buffalo è particolarmente presente, e che spicca sulle altre per lo splendido ritornello punteggiato da archi, oppure la bella ritmica country-walzer di "Wish I Know", o ancora "Warning Memory", che presenta un inusuale inserimento di vibrafono, l'immediata orecchiabilità di "Dirty Secrets" e " Lily-A-Passion" e l'immancabile romantic-ballatona "Always Friends".
Ciò che forse manca a questo disco è quello che fondamentalmente rendeva così "particolari nella tradizione" i dischi dei Grant Lee Buffalo, e cioè quegli sprazzi di elettricità nervosa che andavano ad arricchire i pezzi e a stemperare il senso di sdolcineria esageratamente zuccherosa che spesso traspare dalla scrittura di Phillips. Ciò non toglie che "Virginia Creeper" sia davvero un buon disco, consigliato in primo luogo agli appassionati di queste sonorità, in secondo luogo a coloro che hanno amato i Buffalo a cui farà sicuramente piacere riascoltare la bellissima voce di Grant Lee finalmente di nuovo al servizio di bei pezzi, e in terzo luogo anche a tutti gli altri, perché un'oretta di American relax campagnolo distende i nervi e fa comunque bene.
(12/12/2006)