Mazarin

Batterista degli Azusa Plane, Quentin Stolzfus ha optato da qualche anno a questa parte per la carriera solista sotto la ragione sociale Mazarin.
File under indie-pop, psichedelia si leggerebbe nelle press sheet o nelle pagine pubblicitarie di qualche rivista, e in questo caso non si va lontano dal vero.

"We're Already There" è zucchero filato in note, brillante popadelia che si estrinseca in atmosfere sognanti e melodie rotonde, sporcate in qualche caso da abbozzi chitarristici appena più marcati. Stolzfus svolge bene il proprio compitino speziando il tutto di una malinconia autunnale che profuma di esistenzialismo, mettendo in evidenza la sua capacità di essere artista a tutto tondo: buon arrangiatore ma anche discreto cantautore.
Non c'è una sola canzone meno che sufficiente in "We're Already There", a partire dall'iniziale "The New American Apathy", con programming di batteria incalzante a far da contrasto al falsetto magico di Stolzfus, indie-pop sulfureo tra scampanellii e onirismo da fumetto fantasy.
Il citazionismo post-moderno è la carta vincente del progetto Mazarin, e anche se i Flaming Lips ci sono arrivati una ventina d'anni prima, è sempre un piacere ascoltare Kinks, Love e Beatles stilizzati in una "Another One Goes By", mentre in "At 12 To 6" è proprio la band di Wayne Coyne, periodo The Soft Bullettin, a essere direttamente omaggiata(?).
Qualche imbastitura emo in "I'll See You In The Evening" e chitarre sferraglianti a produrre feedback che profumano di shoegaze in "I'm With You And The Constellations", quand'anche il rumore è sinonimo di pop music.

Stolzfus sforna ottime melodie, ciò che manca per un definitivo salto di qualità è la volontà di rischiare nuove soluzioni.
Buone canzoni pop psichedeliche certamente, ma "solo" buone canzoni pop psichedeliche per ora.
Non è poco, ma è lecito attendersi qualcosa di più e di diverso visto che il talento sembra esserci.

26/10/2009