Daniel Johnston è ormai un’icona del rock contemporaneo; rispettato dai più grandi artisti, omaggiato da un film-documentario biografico ("The Devil & Daniel Johnston", 2005) e con una discografia ormai estesa ma di qualità, altalenante come gli stati d’animo che contraddistinguono la vita di questo Peter Pan quarantacinquenne con l’ingenuità di un bambino e un genio incredibile nel
songwriting .
"Lost And Found" è l’ennesimo capitolo della discografia del cantautore californiano e non è certamente tra le sue cose migliori (meglio "Fear Yourself" o la bellezza naif delle prime "Songs Of Pain"), ma, almeno in alcune sue tracce, ne conferma tutte le potenzialità.
Più sporco nei suoni rispetto al pluriacclamato "
Fear Yourself", "Lost And Found" vive nutrito da una delle maggiori passioni di Johnston, quella per i
Beatles; a parte l’omaggio di "The Beatles", sghemba orchestrina per batteria e fiati in cui Daniel racconta il suo amore per i quattro di Liverpool, non senza ironia ("And I really want to be like him/ But he died"), tutto il disco sembra ricordare quella centrifuga di generi e umori che fu
l’Album bianco.
Si inizia con "Rock This Town", in cui la voce tremolante di Johnston si scontra con chitarre taglienti, e al secondo pezzo si trova subito il primo gioiello dell’album; "Try To Love" è un lamento sommesso, accompagnato da un piano e squarciato da un violoncello, nel cui ritornello Daniel urla straziato di difficoltà d’amore e di vita.
Il tempo di ascoltare la già citata "The Beatles" e si arriva al pezzo migliore dell’album, "Lonely Song" è la fotografia del miglior Johnston, un motivetto perfetto che vi ritroverete a canticchiare già dal primo ascolto, ma con un testo che, tra ironia e verità, si dimostra eccezionale ("But I bet you never knew what I went through, what I have to do just to bring you this lonely song").
Il disco subisce poi un momento d’impasse, "Foolin’", "Haunt", "Squiggly Lines" e l’omaggio a Marilyn Monroe di "Mrs Johnston" sono canzoni che non danno pieno merito alle doti del
songwriter californiano, ma l’ironia di "Country Song", con il suo ritmo sgangherato, e "History Of Our Love", beatlesiana più che mai, risollevano immediatamente le sorti.
"Rock Around The Christmas Tree" è l’ultimo (mezzo) inciampo, prima di un finale in bellezza; "It’s Impossible" è melodia esotica e liquida, mentre "Wishing You Well" è un altro splendido e toccante sfogo, senza più l’ironia di "Lonely Song", riguardo l’amore e le paure di Daniel ("Hoping you’d be mine/ Rejecting is what I fear", "Wishing you well/ As I spent time in hell"). La conclusiva "Everlasting Love", però, scaccia tutte le tristezze con un ritmo trascinante, allegro e solare.
Uno più bravo di me ha scritto di Daniel Johnston: "Un talento luminoso ma disordinato come la mente che lo alberga". Definizione azzeccata che può aiutare a spiegare anche questo album; "Lost And Found" ha sì dei momenti poco riusciti, ma basta sentire canzoni come "Lonely Song" o "Try To Love" per potersi rendere conto che la stima del mondo musicale per questo goffo bambino depresso è ampiamente meritata.