Attivo sin dai primi anni Ottanta, il californiano Daniel Johnston torna alla ribalta con un album caratterizzato da elementi opposti che rifraggono le patologiche contraddizioni personali del suo autore, musicista profondamente sensibile, affetto da gravi turbe mentali che ne hanno condizionata la carriera.
Le tracce che costituiscono l’ossatura di "Fear Yourself" sono gemme grezze, avvalorate dalla pura fragilità della voce di Johnston, sgraziata e stonata, ma altamente espressiva e commovente.
Un’ingenua filastrocca acustica inaugura l’incantevole viaggio verso paesaggi immaginari tratteggiati dalla disinvolta follia del cantautore di Sacramento, che sfoga le proprie paranoie in un tripudio di allegria e disperazione.
I brani, della durata media di quattro minuti, ammiccano tanto al caramelloso pop lisergico dei Flaming Lips quanto alle incursioni a bassa fedeltà di Beat Happening e Half Japanese, svelando Johnston come uno dei compositori più ispirati degli ultimi vent’anni.
I rintocchi di piano di "Syrup Of Tears", le delicate ombreggiature di theremin presenti in "Must" e i sommessi fraseggi di corno francese che costituiscono il sostrato di "You Hurt Me" scandiscono timide note, intrise di sofferta passione e decadente malinconia; ciascun elemento concorre a contrappuntare l’ironia che pervade ogni singola nota di un lavoro privo di autocommiserazione e sentimentalismo fine a sé, caratteristiche purtroppo presenti nelle opere di diversi cantautori moderni.
L’encomiabile produzione di Mark Linkous, alias Sparklehorse, rende provvidenzialmente coeso e godibile un album fin troppo ricco di spunti. Artwork e booklet, curati dallo stesso Johnston, esprimono con coerenza le differenti sfumature di una musica mostruosa e al contempo naif.
28/10/2006
1 Now
2 Syrup Of Tears
3 Mountain Top
4 Love Enchanted
5 Must
6 Fish
7 Power Of Love
8 Forever Your Love
9 Love Not Dead
10 You Hurt Me
11 Wish
12 Living It For The Moment