Troppe e spropositate volte viene utilizzato il termine genio. Spesso è proprio la critica rock ad abusarne, per caratterizzare il lavoro di artisti sicuramente validi, ma a cui manca una visione, condizione necessaria per incidere, determinare cambiamenti, o anche semplicemente edificare opere di atemporale bellezza. Scusate la presunzione, ma nonostante la premessa, chi vi scrive (e non solo) non trova altro termine per definire Arthur Russell, compositore di un talento fuori dalla norma, ma ancora discretamente misconosciuto, purtroppo, finanche tra gli ascoltatori di sonorità altre. Morto di aids nel 1992, Russell è stato un autentico talento multiforme, capace di fornire una personale interpretazione della musica disco tra la fine degli ani 70 e i primi anni 80, a ridosso dell’esplosione della house, di dar vita a composizioni strumentali di stampo minimalista fino a deliziarci con le canzoni per sola voce e cello elettrificato immortalate nei capolavori "World Of Echo", e "Another Tought".
Dalle collaborazioni con personaggi del calibro di Rhys Chatam, Julius Eastman e Allen Ginsberg, di cui ha musicato una serie di reading, fino alla sconfinata ammirazione di Philip Glass che per la sua sua Point, nel 1993, fece uscire "Another Tought"; e questo per darvi cognizione della statura del personaggio. Ma non è abbastanza.
La benemerita e benedetta Audioka ci regala questo doppio "First Tought Best Thought", che presenta il Russell compositore di musiche strumentali. Il primo cd contiene quasi esclusivamente materiale inedito, fatta eccezione per "Instrumentals Volume 2", pubblicata nel 1984 da Le Disques Du Crepuscule, anche se con un difetto di masterizzazione. Le frequentazioni con Ali Arkbar Khan, con cui ebbe modo di approfondire gli studi sulla musica classica indiana, danno i loro risultati nei cinque minuti e più della prima traccia di "Instrumentals Volume 1", straniante fluire melodico quasi raga, di uno splendore ipnoticamente alieno, in cui è la batteria a fornire quel minimo di comun denominatore semantico necessario all’immediata metabolizzazione del pezzo. E così via per i successivi quattordici angelici movimenti di cui non si riesce a parlare sufficientemente bene, fino all’esperimento (cosa di Russell non è sperimentazione?) "Reach One", siderale minimalismo edificato da due Fender Rhodes che stendono un tappeto di sibili e rimbombi in 16 minuti e trenta di silenzio frastornante.
Il secondo cd (ri)porta alla luce "Tower Of Meaning", originariamente pubblicato dalla Chatham Square, ma in edizione limitata nella miseria di sole 320 copie, che neanche la band del mio quartiere ne stampa così poche. Qui le musiche si fanno maggiormente austere, anche per merito/a causa di un’orchestrazione che dipana le proprie trame in modo compiuto, fin quasi a sfociare nella contemporanea.
Sempre nel secondo cd è contenuta un’ulteriore composizione inedita, "Sketch For The Face Of Elen", dall’impianto estremamente minimalista, ed interessante da confrontare con i vuoti geometrici di Ikeda, con il suono a stimolare un allargamento della percezione spaziale.
Al di la di tutto ciò, resta la musica, cristallina, ammaliante, densa, così diversa da non trovare referenti plausibili nella contemporaneità.
Ma parallelamente a quest’eccezionale "First Thought Best Tought", correte a procurarvi i meravigliosi "World Of Echo" e "Another Tought".
Non potete non averli. Comprateli, scaricateli, rubateli, qualunque cosa, ma non rifiutate il paradiso.
15/05/2006
Disc 1
"Instrumentals" Volume 1
"Instrumentals" Volume 2
Reach One
Disc 2
Tower Of Meaning
Sketsh Fo The Face Of Helen