Spearmint

Paris In A Bottle

2006 (Hitback)
pop

Gli Spearmint, portavoce londinesi del cosiddetto pop underground internazionale della seconda metà degli anni 90, si sono messi in luce fin dall’esordio su 7" ("Somebody", 1995) e la parallela attività discografica con la personale etichetta Hitback. Dapprima come duo, composto da Shirley Lee (voce, chitarra) e Simon Calnan (voce, tastiere), quindi in quartetto con un’adeguata sezione ritmica (Ronan Larvor e Martin Talbot, poi sostituito da James Parsons), la band si è proposta come vitale alternativa radio-friendly per un pubblico adolescenziale ma dotato di riflessività. Il nuovo "Paris In A Bottle" ne è l’ennesima conferma.

Nell’album spiccano "The Competition", "What's Wrong With Breaking Up Anyway?" (spostate entrambe verso la disco-music dozzinale) e - in special modo - l’irresistibile riempipista madchester-funk di "Psycho Magnet". Ma l’opera è prima di tutto incorniciata da due ambiziosi brani-scenografia di media lunghezza (i principali responsabili del concept su una storia d’amore "rubata" a Parigi), quali "First Time Music" e "Paris In A Bottle", declamati in narrazione continua rispettivamente da Shirley Lee e da un’assorta Bridie Williams.
In "First Time Music" sfilano vocoder, pop chitarristico e lounge , vocalizzi da balera, ballate romantiche a base di fisarmonica, parate orchestrali-elettrificate. Forse influenzati da "Rehearsing My Choir", gli Speramint affidano invece la title track - a metafora della controparte sentimentale dell’avventura amorosa - al declamato femminile; qui attacca un piano elettrico meditabondo e si approda al kitsch-soft-rock dei Pizzicato Five, fino al vero easy listening e al motivo da balera già incontrato in "First Time Music", a chiudere il cerchio.

Nel mezzo vengono "The Space", ballata pianistica con accompagnamento di chitarra e vibrafono, il sunshine-pop cantabilissimo di "My Girlfriend Is A Killer", intenerito dal contrappunto squillante della chitarra e rincarato nel chorus d’autoironia à-la They Might Be Giants. Quindi, il memorabile dittico composto da "Tuesday Morning" (canto sottotono e giochi sardonici di synth) e "Leave Me Alone", sorta di ibrido tra gli Echo & the Bunnymen orchestrali di "Ocean Rain" e i Wedding Present.
L’appendice acustica "Saturday Rain" ricorda - nello spirito - la chiusa dimessa di "Tim" dei Replacements ("Here Comes A Regular", cfr.), ma è soprattutto l’umile ninna nanna bisibigliata di "Wednesday Night" - con i suoi decadenti accenti da chanson, i suoi arricchenti florilegi di voce e fisarmonica - a far salire in cattedra la band.

Uno dei più coinvolgenti album di rock melodico del 2006. Sebbene volatile, non è avaro di raffinatezze liriche e narrative. Più di un pezzo ficcante (su tutti, è il caso di ribadirlo, "Psycho Magnet"), arrangiamenti occasionalmente godibili. Il ritmo globale, spesso ottenuto con elaborazioni reali (suonate) e artificiali (di studio) - in entrambi i casi un po’ troppo smargiasse - è infallibile in talune sequenze della tracklist (la malcelata febbre Daft Punk dell’apertura, la sospensione glam-pop "The Competition"-"The Space" etc.).

10/12/2006

Tracklist

  1. First Time Music
  2. Tuesday Morning
  3. Leave Me Alone
  4. Psycho Magnet
  5. My Girlfriend Is A Killer
  6. Wednesday Night
  7. The Competition
  8. The Space
  9. What's Wrong With Breaking Up Anyway?
  10. Paris In A Bottle
  11. Saturday Rain

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