A dimostrazione del fatto che in fondo gli Artic Monkeys non siano i migliori esponenti di un certo tipo di pop-rock chitarristico solidamente innestato nella tradizione albionica, si segnala (raccomandandone l’ascolto) con imperdonabile ritardo il disco di debutto dei londinesi Rifles.
Di questo lavoro si è parlato effettivamente poco, ma forse è stato un bene: a differenza di altre band non esageratamente talentuose, ma subito proiettate da una stampa chiassosa al vertice dell’attenzione mediatica, come View o Pigeon Detectives, questi Rifles avranno la possibilità di crescere e coltivarsi nella membrana protettiva della loro semicelebrità e potranno affinare il loro già poderoso potenziale creativo.
“No Love Lost” sembra raccogliere il testimone degli Ordinary Boys (ovviamente quelli dei primi due fulminati dischi, non gli autori di quella ignobile e vischiosa deriva ultra-pop dell’ultima apparizione discografica), intersecando alcuni dei più caratteristici motivi del grande canone britannico: gli sprazzi vivaci di un punk sempre scanzonato e fischiettante che si è fatto le ossa alla scuola dei Jam (“She’s Got Standards”, “Local Boy”, “Robin Hood”), la speziatura mai troppo acre di qualche umore caraibico e vagamente ska di marca 2-Tone (“She’s The Only One”, “Hometown Blues”), una certa ritrosia acustica dai tratti decisamente smithsiani (“Spend A Lifetime”), il tutto poi rimescolato in una potabilissima soluzione ad alta gradazione britpop. Lo slancio di certi stacchi più perentori tradisce una rabbia spiccatamente mod e proletaria, e il risultato complessivo non lascerà delusi tutti i cultori del filone più ortodosso e legato alla tradizione autoctona dell’attuale produzione inglese.
27/10/2007