"Preludes" raccoglie una prima scelta del materiale inedito di Warren Zevon che è stato recuperato in maniera fortuita dal figlio Jordan. Tutto è accaduto durante la sistemazione di un vecchio magazzino di famiglia, poco dopo la morte del padre, avvenuta per un cancro ai polmoni. Un triste avvenimento a cui hanno assistito in molti in nome di una precisa scelta "artistica": promuovere l’ultimo disco "The Wind" al posto di sottoporsi a cure impossibili dell’ultim'ora (ciò a causa di una conclamata fobia dei dottori: Zevon marcava visita da 20 anni!).
Interviste e una notevole esposizione mediatica, fra cui uno speciale del David Letterman Show a lui interamente dedicato, hanno fatto conoscere al grande pubblico di tutto il mondo, fra la commozione generale, questo outsider d’eccellenza.
Il primo cd della raccolta contiene sedici brani, sei dei quali mai ascoltati sui dischi del cantautore californiano (ma originario di Chicago). Il resto sono versioni alternative di canzoni già pubblicate. Sul secondo cd (onestamente pletorico), un’intervista col sulfureo Zevon del periodo "Life’ll Kill Ya" e tre versioni di brani tratti dall’album stesso. Da segnalare, per la cronaca, il libretto allegato con foto private e commenti di parenti e musicisti.
Già dal titolo dell’antologia si capisce che si ha a che fare con gli albori del musicista (il primo disco "Wanted Dead Or Alive" è del 1969), più precisamente di registrazioni antecedenti al 1976, cioè all’anno d’uscita del disco omonimo, il primo per una major, prodotto dall’amico e mentore Jackson Browne. La bellezza di queste canzoni (a volte quasi bozzetti) è tutta in questa linea d’ombra, fra la notorietà e i bassifondi. Emerge uno Zevon più lirico e crepuscolare, ma non meno arrabbiato e ironico. Fra gli inediti spiccano alcune piano-song degne di una pubblicazione ufficiale: la splendida "Empty Hearted Town" e la quasi onirica - un po’ Burt Bacharach, ma che in certi fraseggi riporta perfino allo stile dei Belle And Sebastian - "Going All The Way", e "Studebaker", già suonata da Jordan Zevon nel disco tributo al padre, stampato circa un anno dopo la sua morte.
C’è anche spazio per i canoni del country-blues (la fragile "Stop Rainin' Lord" e "The Rosarita Beach Café") o del folk ("Steady Rain"), dove Zevon recita la parte dell'outlaw barricato dietro una cortina di nostalgia.
E’ proprio la nostalgia, in tutti i sensi, la cifra stilistica di "Preludes", che con povertà di mezzi illustra la parte meno nota della sua carriera. Una carriera fra alti e bassi, ma che ha regalato alcune fra le canzoni più ironiche e dolci della popular music. Ma fra le pieghe delle registrazioni degli esordi emergono anche versioni dei classici zevoniani da una sentita "Hasten Down The Wind" a una pulsante e luciferina "Werewolves of London" in salsa reggaeggiante fino a un’infuocata "Poor Poor Pitful Me". Più deboli "The French Inhaler" e "Carmelita", di cui si rimpiangono gli originali.
In ultima analisi, il problema - lo stesso che abbiamo con qualsiasi opera postuma - è che manca l’avallo dell’autore. Con onestà intellettuale, lo stesso Jordan ammette l’ambivalenza paterna su questo punto. Nell’aldilà lo attende un sorriso fiero e un non convenzionale calcio in culo.
Ricordiamo, per chi volesse approfondire, la recente ripubblicazione dei cd espansi di "Stand In The Fire", "The Envoy" (mai pubblicati prima su cd) e, soprattutto, "Excitable Boy", capolavoro di Warren Zevon.
17/06/2007
Cd1
Cd2