Caparezza

Le dimensioni del mio caos

2008 (Universal)
hip-hop

Anche dalle parti di OndaRock si ascolta il nuovo album di Caparezza. E dirò di più: lo aspettavo con una certa curiosità. Che questa volta riesca finalmente a gestire la sua esuberanza e realizzare il capolavorazzo che sarebbe giusto pretendere da un outsider così talentuoso?

"Le dimensioni del mio caos" si presenta come concept (più o meno) sul Sessantotto e dunque parte con ben due punti di vantaggio sugli altri. Basta poco a farli svanire: l'aspetto concept si traduce in una serie di raccordi parlati tra una traccia e l'altra - del tutto pretestuosi visto che le canzoni non hanno alcuna attinenza reciproca. Di Sessantotto poi si parla pochetto e in questo pochetto tutto ciò che svetta è un'assonanza azzeccata ("Sessantotto/Sessintutto").

Caparezza sembra più che altro interessato a invettive di stampo grillino in cui lo sdegno offusca buona parte dell'autoironia e della verve satirica degli album precedenti. Lo schema regge fintanto che i bersagli sono circoscritti e il taglio resta surreale ("Non mettere le mani in tasca"), ma appena assume i toni del sermone diventa facile vittima dei "da che pulpito?". "Abiura di me" se la prende col disinteresse politico e sociale dei giovani, troppo impegnati con computer e videogame per occuparsi di vivere attivamente. La canzone è però anche un discreto sfoggio di cultura nerd e lascia qualche dubbio sulla credibilità del rapper come paladino dell'impegno civile.

Meglio, ma non troppo, l'aspetto musicale. CapaRezza mette al bando i sample e chiude col fastidioso stile Linkin Park/kitsch in favore di un crossover simil-Rage Against The Machine a tono con l'analogia hendrixiana che apre l'album ("La rivoluzione del Sessintutto"). Non perde però il vizio del ritornello ad effetto che-però-non-c'entra-niente col resto della canzone. "Vieni a ballare in Puglia" è un lodevole esperimento di commistione taranta-rap, rovinato da un refrain vuoto e molesto ("Vieni a ballare in Puglia, Puglia, Puglia/ Tremulo come una foglia, foglia, foglia"). Una sorte simile tocca a diversi altri pezzi altrimenti notevoli, a partire dal singolo "Eroe": nonostante il lavoro di rime e il pungente ritratto dell'onesto lavoratore, il pietismo del ritornello sfiora il nazionalpopolare.

L'album è insomma coraggioso, musicalmente e metricamente, ma a conti fatti mediocre. Spicca comunque un pugno di canzoni azzeccate: la già citata "Non mettere le mani in tasca", cupa e incalzante in termini di flow, "Pimpami la storia" - riff funky e botta-e-risposta a suon di rime interne - "Ilaria condizionata", con tanto di citazione "dotta" di Amon Düül e Tool.
E la nuova "Fuori dal tunnel" (sempre che ce ne sia bisogno)? "La grande opera" sembra perfetta: inizio in medias res sul ritornello - riuscito, va riconosciuto - testo cinico e attuale, giochi di parole a non finire, arrangiamento circense nella miglior tradizione caparezziana. Cellulari di tutto il mondo, unitevi: è arrivata la suoneria più impegnata dell'estate 2008.

21/05/2008

Tracklist

  1. La rivoluzione del Sessintutto
  2. Ulisse (You Listen)
  3. Non mettere le mani in tasca
  4. Pimpami la storia
  5. Ilaria condizionata
  6. La grande opera
  7. Vieni a ballare in puglia
  8. Abiura di me
  9. Cacca nello spazio
  10. Il circo delle pantegane
  11. Eroe (Storia di Luigi Delle Bicocche)
  12. Bonobo Power

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