Danger Mouse è un tipo ambizioso. Negli ultimi due anni non è mai stato fermo. E' comparso un po' ovunque, collaborando, in veste di produttore, con Damon Albarn per i suoi Gorillaz e The Good, The Band & The Queen, stravolgendo il sound dei Black Keys per il loro ultimo "Attack & Release", e, dulcis in fundo, portando avanti, con il collega Cee-Lo, il progetto Gnarls Barkley, nato quasi per gioco, ma consacrato da un enorme successo con la hit "Crazy".
Per il loro secondo lavoro, questo bizzarro duo, ha preso le distanze dall'esordio "St. Elsewhere". Il risultato è più controllato, meno delirante, privo dei ritornelli micidiali che gli hanno fatto guadagnare la benevolenza delle radio più mainstream, ma in fin dei conti anche più maturo.
Ovviamente il disco perde molto in spontaneità, e pure in divertimento, ma è lodevole (anche spiazzante) il tentativo di andare controcorrente.
Vero, a livello produttivo Danger Mouse e Cee-Lo propongono gli stessi trucchetti del prototipo: i suoni di "The Odd Couple" sono curati maniacalmente, come se fossero una via di mezzo tra il vintage e l'up to date, ma qui c'è pure una nuova sensibilità, che nell'esordio era soppiantata a favore dell'acida ironia. Così "Who's Gonna Save My Soul" si rivela la cosa più delicata mai registrata dagli Gnarls Barkley, e suona come Marvin Gaye traghettato nel futuro.
Ma la prima parte del disco (la più convincente) regala anche altre chicche: dal trascinante soul di "Going On" (memore degli Outkast di "Hey Ya!") al gospel del singolo "Run (I'm a Natural Disaster)", sino all'intrecciarsi di beat e archi retrò di "Open Book", tutto è un sentito omaggio alla musica nera dell'ultimo trentennio.
Poi c'è un brusco calo di energia e ritmo, con siparietti appena abbozzati ("She Knows" e "No Time Soon"), con curiose intuizioni musicali purtroppo malamente sfruttate. Qua e là ci sono altri lampi di genio, come nella simpatica "Blind Mary", quasi un omaggio agli Who psichedelici di "Sell Out", o in "Surprise", costruita attorno a uno scatenato corretto sixties, ma tuttavia non abbastanza per rendere la chiusura dell'album appassionante quanto l'incipit.
"The Odd Couple" non è raggiante e sorprendente come "St. Elsewhere" (di cui non bisserà di certo il grande exploit commerciale), è un lavoro di transizione, che cresce di ascolto in ascolto, e documenta l'eclettismo e la crescente evoluzione artistica della "strana coppia" Danger Mouse-Cee Lo.
26/05/2008