Sostituito Ninni Morgia col nuovo chitarrista Philippe Ortanez, i La Otracina di “The Risk Of Gravitation” superano in intensità le precedenti escursioni psichedelico-spaziali, infondendo nel loro sound dosi ancora più massicce di Hawkwind (e ti pareva!), High Rise ma anche Comets On Fire (il nuovo biglietto da visita si chiama “Raze The Sky”), tra l’altro con sprazzi di parti vocali che ben si prestano ad essere conniventi col nuovo copione hardelico.
Per farla breve, però, le cose si sono fatte ancora meno interessanti rispetto al passato e la band sembra stia avventurandosi lungo un sentiero poco promettente, rischiando di collassare, prima o poi, al pari delle numerose band di revival “duro, acido e anche un po’ fuori di testa”.
Dopo l’ascolto di “Crystal Wizards Of The Cosmic Weird” resta l’impressione che i Nostri mirino, forse, a perdere la bussola tra divagazioni poco controllate, magari esagerando con sperimentalismi che masticano ancora a fatica. E, allora, meglio quando pompano, seppur poco convinti, come dei Black Mountain qualsiasi e pure annoiati (“Fight For The Night”), in mezzo a linee galattiche di feedback che, diamine!, hanno pur sempre il compito di mantenere alto lo sguardo verso spazi siderali - spazi, che, nostro malgrado, non riescono più a scandagliare come un tempo.
La noia si fa sentire e, alla fine, non ci restano che l’evaporazione free-form di “Behind The Ocular Curtain” (un gran bel baccanale fatto di schietta propensione al delirio irreparabile, all’elettrificazione decadente) e la burrasca free-jazz di “An Ancient Confusion” per tirarci un po' su.
Per il resto, questa nuova incarnazione del trio guidato da Adam Kriney sembra essere, al momento, piuttosto confusa sul da farsi.
14/09/2008