Populous

Drawn In Basic

2008 (Morr)
electro-pop

Andrea “Populous” Mangia si è ritagliato un personale spazio all’interno del panorama elettronico italiano e internazionale inizialmente con “Quipo” (2002), un album che esponeva una rivisitazione claustrofobica degli smembramenti hiphop-digitali del Prefuse 73 di “Vocal Studies & Uprock Narratives”. Una solida notorietà arriva però con “Queue For Love” (2005), forte di guest eccellenti (Doseone, da parte cLOUDDEAD) e collaborazioni casalinghe (Matilde degli Studio Davoli) e di un più vivo connubio tra battiti Idm creativi e icastiche soundscape glitch, oltre allo sviluppo di un limpido linguaggio che cercava di lasciarsi alle spalle i clichè del bedroom-pop.

“Drawn in Basic”, di nuovo a tre anni di distanza dal precedente lavoro, si avvale di un unico featuring, la voce di Short Stories (aka Michael McGuire, newyorkese già collaboratore di progetti vari), e normalizza l’ambizione allo status di raccolta di brevi canzoni pop per la generazione digitale. Significativa è dunque “Days”, forse la più memorabile, uno strumentale con aspirazioni shoegaze e transizioni tra strati di suoni elettronici in sormonto (fon finale d’organo), mentre “Porcelain”, dalla forma-canzone più compiuta, innesta canto fluttuante a ronzio analogico. “The Holy See” alza persino la posta modificando un salmo Notwist-iano via brezze elettroniche e grezza drum machine, e “Man Overboard” riprende e sviluppa in concetto con tempo bossa e drone grave quasi Vangelis-iano.

Qualora gli intermezzi risultino semplici aggiustamenti di percorso (“Steve”, “Younger”, il più cristallino, l’intro “Test Your Dreams”, “Raimondo”, il più retro, “Destinies”, ambientale ma disturbato da samples frantumati, l’unico souvenir del suo passato prossimo, e il bozzetto di “Shipwreck”), Populous si fa prendere la mano dalle melodie di “Royale Gold”, “Bear Arms”, “Faithful” e “Only Hope”, oltre alle atmosfere celestiali ad effetto di “Heaven Knows” e “Breathes The Best”.

Stitico album di raccordo, con concept fantasma e un mazzetto di canzoni che finiscono prima di capire quale dimensione accolgano (e quelle più lunghe spesso sono troppo lunghe per quello che mettono in scena). La contraddizione è quella della fantasia, sotterrata dai mucchi di effetti acquosi, manufatti ritmici di seconda mano e frolle suggestioni che attecchiscono scarsamente, se non negli umili interludi e qualche vago momento d’aria spirituale.

15/09/2008

Tracklist

  1. Test Your Dreams
  2. Only Hope
  3. Days
  4. Porcelain
  5. Royale Gold
  6. Steve
  7. The Holy See
  8. Younger
  9. Man Overboard
  10. Raimondo
  11. Faithful
  12. Bear Arms
  13. Destinies
  14. Breathes The Best
  15. Shipwreck
  16. Heaven Knows

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