Diciannove anni, nato nel Bedfordshire, il chitarrista e compositore Terry Emm è una delle sorprese dell'anno. Il suo "White Butterflies" non è un esordio di routine, il suo stile è maturo e sofisticato, la sua scrittura è densa di lirismo e il suo folk dai toni pastorali è incantevole.
Più compositore che virtuoso chitarrista, Terry Emm non rinuncia all'influenza di Nick Drake ma senza indugiare sugli accordi e il fingerpicking; il suo stile sottolinea le emozioni con deliziosi arrangiamenti orchestrali e poche note dotate di un'intensità emotiva che rimanda ai Red House Painters e ai Blue Nile di "Hats", ma quello che sconvolge sono le canzoni, sempre di rara e struggente bellezza.
La scuola del folk inglese di Mike Heron, di Robin Williamson, di Bert Jansch e del primo Al Stewart è il sicuro punto di riferimento per inquadrare il patrimonio sonoro di Emm, che dichiara di amare Neil Halstead, Mark Kozelek e Tom Mc Rae, John Denver ed Elliott Smith, ma di avere anche esplorato con ammirazione la musica di Nick Drake, al quale veniva paragonato durante i suoi concerti nei folk-club. La peculiarità di Terry, però, sembra essere quella di scrivere canzoni dotate di una robusta ma semplice struttura lirica.
"White Butterflies" è un vero scrigno di tesori. In una lista delle migliori dieci canzoni dell'anno non può mancare "Dove", deliziosa e struggente ballata folk dai contorni gotici arricchita da un arrangiamento d'archi alla "Eleanor Rigby" e da un finale distorto dalla ruvida chitarra di Richard Durant; ma già le prime gioiose note dell'album e del brano "Summer" sono la manifestazione di un talento notevole e di un lirismo potente e fuori dalla norma.
Anche le poche canzoni più prevedibili incantano per il brillante suono acustico sottolineato da una cura amorevole per i particolari.
Immaginate le ballate più romantiche e delicate dei Fairport Convention e avrete un punto di partenza per brani come "Sapphire Eyes" o "The Evening Walk", folk-song dai tratti mai banali pur se familiari.
Ma le tracce che trasbordano dai confini sono molte: la title track "White Butterflies" gode di una struttura solare e coinvolgente - su accordi vibranti di chitarre acustiche si innestano mandolini dal sapore mediterraneo e contrappunti di violino, che conducono il brano verso un finale elegiaco.
"The Way You Look" scorre come un racconto, un folk ancestrale e barocco per una ballata che si sviluppa come un piccolo film sonoro con il prezioso contributo di Richard Durant agli arrangiamenti che rende il risultato perfetto. La stessa grazia anima la giocosa giga folk di "New Horizon", costruita su poche preziose note e un refrain seducente, e mentre "Willow Tree" aggiunge una pausa di riflessione intimistica, in "Curtains" Terry Emm esibisce una maturità e un'intensità lirica eccellenti.
La voce vellutata di Emm è protagonista di un'altra perla, quella "Blossom" che chiude l'album con un'intensità emotiva rara per un esordiente.
Realizzato con povertà di mezzi e stampato in sole mille copie, "White Butterflies" non è solo un album di un bravo cantautore, ma l'inizio di una storia destinata a essere oggetto di culto. Una rivelazione.
07/11/2009