Church Of The Very Bright Lights

Gang Crimes

2010 (Self Released)
alt-rock

L'eleganza della sintesi è merce assai rara, di questi tempi. Su due piani viene misurato il successo di un'opera di concentrazione: prima di tutto, riuscire a ridurre la propria musica fino alla misura di un quanto, incanalarla in un fascio di energia sottilissimo e concentrato su una frequenza; in secondo luogo, costruire una musica che, dall'interno di questo spazio ristretto, pare, in un mirabile paradosso, una rigogliosa successione di paesaggi sgargianti, in perenne rivolgimento geomorfico.
L'impresa è riuscita a Church Of The Very Bright Lights, impegnativo moniker di James Cullen, cantautore di Calgary. Ad accompagnarlo ci sono dei validi compagni di viaggio, nella fattispecie Chris Riemer e Matt Flegel, rispettivamente batterista e bassista dei Women. A loro va aggiunto il concittadino Kris Ellestad, che ha curato la produzione di questo "Gang Crimes". Durata: venticinque minuti. Ma non basteranno due o tre ascolti per apprezzarne la varietà e la profondità.

Nel disco Cullen e soci hanno posto in essere un potente sforzo di distillazione di varie influenze, il quale rende "Gang Crimes" una summa enciclopedica condensata verso l'essenziale. Più evidenti sono i richiami ai Low (e ancora, più indietro, ai Galaxie 500, soprattutto nelle texture di basso) in "Washes Over" e "Captains", in cui i Nostri si fanno perfetti interpreti slow-core nel riuscire ad accendere di significato semplici movimenti chitarristici (una successione di tre note, un hammer-on, un'improvvisa cascata di accordi dalla ritmica sgretolata).
Ogni traccia sfugge però a una classificazione precisa: si veda ad esempio la stupenda "Words", che si sviluppa dall'iniziale arpeggio dessneriano a un'estetica Sonic Youth di allucinazioni slabbrate (si veda anche l'iniziale divertissement strumentale di "Jerk Chicken"), per poi dissolversi in una sorta di implosione spirituale sulle note di pianoforte di un algido Oriente. Oppure l'inaspettato favoleggiare psych-folk di "Politicking": ancora una volta sono vibrazioni misurate, frequenze appena percettibili - il fremito gutturale di un violoncello, gocce pianistiche e malìe di pianola - a costituire il segreto di un pezzo mesmerizzante. 

Le sfaccettature del disco mettono in luce la vocazione della band a trame progressive, secondo la definizione di genere espressa sul suo Myspace, ma che costituisce più un'attestazione di stima che non un reale riferimento contenutistico. L'evidenza più lampante si trova probabilmente nel prog-Radiohead di "Bone/Muscle", nel suo impressionante intarsio di ritmica sincopata e arpeggi cristallini, che improvvisamente ruscellano in una catarsi elettrica rivelatrice.
Forse il loro approccio al genere ricalca quello del movimento canadese: prima l'estrazione di un'essenza informe ma pulsante di luce, poi l'opera vera e propria di modellazione, per plasmare questa dirompente forza primordiale in qualcosa di imprevisto, di prettamente nuovo. Solo con un simile processo James Cullen è riuscito a comporre qualcosa di multiforme e insieme sempre riconoscibile, coeso.

Con "Gang Crimes", James Cullen strizza naturalmente l'occhio al gusto attuale, vertendovi la sua vocalità eterea, invocante una liturgia insieme urbana e verdeggiante, illuminata e notturna - spunta, a tratti, l'ombra inquietante dei Woods. A differenza del gruppo di Brooklyn - o di altri contemporanei - non si ha mai, tuttavia, la sensazione di avere di fronte qualcosa di costruito: lo spirito del disco è in qualche modo cantautorale, sebbene la band arrivi, alla fine, ad approfondire ed espandere il lato prettamente musicale, fino a giungere a una sorta di trascendenza e di assolutizzazione delle oblique confessioni di Cullen ("The foghorn sound/of snow falling/left them parched/somewhat stalling/Nothing in the cold/greats on your mind/Stacked to your eye", da "Captains").
Con i Church Of The Very Bright Lights, il panorama magmatico dell'underground canadese regala un'altra conferma che tra le sue spire si agita in primo luogo la passione dei veri autori, quelli destinati a rimanere nel cuore piuttosto che sulle testate dei giornali.

26/10/2010

Tracklist

  1. Jerk Chicken
  2. Washes Over
  3. Words
  4. Politicking
  5. Captains
  6. Talk
  7. Bone/Muscle
  8. Lionsteeth

NB: la band ha reso disponibile il download dell'intero album a questo link

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