Questo Natale potrete finalmente mettere a tacere le solite compilation di canti gospel o l'album strategico del crooner di turno: la valida alternativa ai singoli commerciali che puzzano di cellophane è l'anti-hit che dà il titolo all'ultimo Ep di Justin Broadrick alias Jesu. Il nostro, colto da una inattesa illuminazione invernale, si lascia andare a uno shoegaze lucido e fastoso - non lontano dalle ventate distorte dei maestri Slowdive, il cui spettro aleggia anche nell'eco della sua voce - senza per questo rinunciare alle possenti falcate doom metal, da sempre sua evidente cifra stilistica; una brevissima parentesi di folk bianco alla Agalloch diviene il punto focale, quasi il senso profondo degli otto possenti minuti di "Christmas".
Fanno da corollario i due remix a nome Pale Sketcher e FINAL, moniker di altri progetti dello stesso Broadrick, che si reinventa dapprima in un trip-hop denso di bassi riverberati, poi in un lungo e impalpabile drone ascendente, per svuotare del tutto la mente dal fervore dei preparativi natalizi.
Purtroppo le eventuali copie fisiche vedranno la luce solo nell'anno venturo, perciò non farete in tempo a piazzarne una sotto l'albero. Ma c'è di bello che una musica così non smetterà di far sognare, una volta passata la sbornia delle festività. Auguri.
24/12/2010