Scout Niblett

In copertina saluta sorridente e quasi diabolica, brandendo strumenti da saldatore all'interno di una buia officina. All'interno del suo sesto album da solista, invece, Scout Niblett cerca di arrivare sempre più vicino al cuore del suo folk-blues, con un'operazione di spoglio delle strutture musicali per giungere a una dimensione rarefatta in cui districarsi solo con la propria espressività vocale.

Molto difficile e quasi inutile parlare di questo disco descrivendone le canzoni; la strumentazione è ridotta al minimo, giusto le apparizioni di una chitarra elettrica e un drumming dilatato ed essenziale, e la produzione di Steve Albini che focalizza l'attenzione proprio sul canto di Scout; pregno di torbida sensualità ("Just Do It"), acuto di tensione inesplosa ("Strip Me Pluto"), psych-folk come una Grace Slick ("I.B.D.") o, più spesso, affine alla PJ Harvey di "Rid Of Me".

Non è un album facile, "The Calcination Of Scout Niblett", il blues scarnificato della cantautrice inglese può essere a tal punto espanso e rallentato da accusare momenti di stanca ("Cherry Cheek Bomb", "Kings"), ma ciò non toglie che rimanga un album molto affascinante, ricco di atmosfere intense e frutto di una ricerca sonora intrigante.

Scout Niblett ha sviluppato un songwriting che, denudato dall'armatura melodica, mira a un'essenza di puro spirito e come un'anima regnante in un mondo di nebbia buia e tremula, recita un blues arcaico e apparentemente inerte, ma pulsante di pura emozione.

03/03/2010