Secondo capitolo dell'opera "Privilege", l'Ep "The Past, Imperfect" aggiunge altre quattro miniature pop al colorato repertorio dei Parenthetical Girls, sempre più consapevoli delle loro capacità di composizione. Nuovi frammenti di storie d'amore profonde e tormentate, come la straordinaria apertura "The Common Touch": tessuta su vorticosi fraseggi alla Steve Reich per oboe e pianoforte, la canzone segue il ritmo sincopato di un dolcissimo amplesso; il cantato tragicomico di Zac Pennington rievoca il momento della sua nascita, il cui tepore affiora vivido e glorioso nell'esplosione elettrica del ritornello, seguendo una metrica moderatamente sbilenca e seducente. La successiva "Weaknesses", dal breve ma azzeccato incipit orchestrale, fotografa invece una relazione sospesa tra tenerezza ed egoismo, tensione sessuale e carezze ("Oh honey, sure I'm flattered / So forgive me for this candor / But what is it you're after? / If I use this as usual / And you practice your birth control / Tell me, was this as tawdry as it sounds?"). Tipiche prassi coniugali, edulcorate però da una melodia soft come solo i Parenthetical Girls sanno inventarne.
La vera sorpresa è la potenziale hit "Young Throats", un allucinato e inarrestabile beat da revival anni 80, che racconta in modo piuttosto esplicito un improvvisato rapporto orale. Infine chiude il cerchio la più lunga "Present Perfect (An Epithalamium)", dai battiti prima posati poi decisi, sublimati in una marcia trionfale di note distorte, una fanfara rock in onore del sesso.
Alla luce di "The Past, Imperfect", gli Ep del progetto "Privilege" paiono sussistere come nuclei autonomi e compiuti, pur mantenendo evidente l'obiettivo di un'opera definitiva per l'indie-pop contemporaneo.
15/10/2010