Invece al terzo album, e a tre anni di distanza dall'ultimo "Brain For Breakfast", abbiamo avuto di che ricrederci. Con "People's Temple" Miss Tiffany fa segnare un netto passo in avanti rispetto ai dischi precedenti, affrancandosi sia dall'electro scabro dei primordi che dai cascami della scena punk demenziale e grrrl all'italiana, abbracciando e aggiornando, con un certo gusto, sonorità di chiara matrice dark-wave. Grazie anche alla produzione plastica e compatta di Lorenzo Montanà e a una notevole maturazione sul piano della scrittura, delle melodie in particolare, l'italo Tiffany sembra finalmente pronta per spiccare il grande salto nel cerchio di fuoco dell'agone internazionale (data l'universalità del genere e il cantato rigorosamente inglese).
Brani come la satura, martellante "3 Cicle", con quel giro acido, quasi raga, o il dark-punk epilettico, sporco e urlato di "Still In My Head" hanno tutte le carte in regola per rimanere ben impresse nelle playlist degli appassionati del genere. Ma l'album non delude neppure sul versante pop più dancey e aggressivo con le anthemiche "Lost Way" e "Show Me What You Got". E se episodi come "Storycide" e "One Breath" (in duetto con la voce maschile e "cureiana" dello svedese Fè) rendono omaggio a mostri sacri come i Depeche Mode, la Tiffany Legata dimostra anche di saper scegliere i nodi della derivatività con pezzi più obliqui e cangianti come l'electro-sciantosa "Cecille" e il synth fiabesco e "Sol Levante" di "Borderline".
Resuscitate girl.
(30/05/2010)