Active Child

You Are All I See

2011 (Vagrant)
electronic, synth-pop revival

Dietro al moniker Active Child si cela un progetto di Pat Grossi, un personaggio che cominciò a muoversi tra le quinte del dream-pop contemporaneo qualche anno fa, collaborando con gli School of Seven Bells e mettendo sul mercato un delizioso Ep per la Merok: Curtis Lane, del 2010.
Grossi viene dal New Jersey e comincia a cantare seriamente quando entra in un coro cittadino di Philadelphia; intanto forma la sua audiofilia con dosi massicce di New Order e Radiohead. Dalla combinazione tra le sue doti canore e certe sonorità del passato, nacque l'idea di Active Child.

Sin dal primo vagito, la dichiarazione estetica di Grossi è stata palese: recuperare un certo sound anni 80, facendolo però apparire come il ricordo di un'età dell'oro passata. Un'operazione che ha forse poco di commerciale, nonostante i famigerati eighties siano stati il decennio commerciale per eccellenza.
Su tutto una voce; una voce dotata di un timbro molto peculiare, che gioca sulle diverse sfumature del falsetto e che, inizialmente, riporta alla mente il falsetto più memorabile (forse) del synth-pop di quegli anni, ovvero quello di Morten Harket degli a-ha; una tecnica che, senza timore di smentita, non sfigura affatto messa a confronto con quelle dei contemporanei Antony e Bon Iver, per esempio.

Il canto di Active Child però va ben oltre il suo modello, conservando una purezza incredibile e che, quando viene sforzata, raggiunge risultati finanche più notevoli. E' evidente che la voce, oggigiorno, è il fulcro di molte attività discografiche di consumo, quella sulla quale si concentrano maggiormente gli sforzi produttivi odierni.
E' una scelta che, magari, non ci potrà trovare sempre d'accordo, ma che, come tale, se rispetta il suo pubblico, va accettata senza pregiudizi e analizzata con cognizione di causa, anche tenendo presente l'abuso che di questo strumento se ne fa oggi (ogni riferimento ai talent show in giro per il mondo non è casuale).

Nondimeno, anche gli altri aspetti legati all'arrangiamento musicale si prestano al nostro interesse; in questo, il debito formativo verso i Depeche Mode o i New Order è fortissimo (ciò anche per evidenziare quanta importanza reale hanno avuto quei progetti di trent'anni fa, cosa che probabilmente sfuggiva anche agli audiofili più ferrati ed esigenti di allora). Anche in questo caso, il fine di Grossi non è certo quello di emulare sterilmente i modelli citati ma di coglierne gli aspetti salienti e tradurli in un sound che rimane assolutamente personale.
Di fatto, da "Ancient Eye" (che ci ricorda certi M83) a "Playing House" (con la synth-harp che guarda ai primi suoni sintetici di una DX7 e che vede Grossi affiancato da How To Dress Well), dalla title track a "Hanging On" (con uno dei pizzicato più delicati mai uditi nell'elettronica indie), c'è un unico e distino feeling. Anche quando distorce il falsetto in "Way Too Fast" (con risultati acidissimi) oppure si abbandona alle lande desetriche di un doloroso addio in "Johnny Belinda", si finisce per raggiungere la catarsi di quanto messo in atto precedentemente.

Questo 2011 è stato un anno strano: sebbene molti parti discografici si sono dimostati sterili operazioni-nostalgia (penso ai tanti revival in atto che saccheggiano tantissimo ma propongono pochino), bisogna ammettere che nel contempo hanno visto la luce dischi importanti, anche se si contano sulle punta delle dita di una mano, che avranno certamente un "seguito" e che hanno proposto universi intimi caratterizzati da relazioni e indentità multiformi.
"You Are All I See" è uno di questi, senza dubbio; inoltre, è un disco piacevolissimo da ascoltare, al di là di tutti i discorsi articolati che si possono fare, a volte anche a sproposito. Del resto, il fine ultimo della musica di consumo non è quello di intrattenere?

07/12/2011

Tracklist

  1. You Are All I See
  2. Hanging On
  3. Playing House
  4. See Thru Eyes
  5. High Priestess
  6. Ivy
  7. Way Too Fast
  8. Ancient Eye
  9. Shield & Sword
  10. Johnny Belinda
  11. Call Me Tonight
  12. Hanging On (White Sea Remix)

 

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