Sempre brutto assistere al declino di un artista su cui si erano riposte delle speranze.
Su Ben Harper io, come credo tanti altri, avevo scommesso; dopo "Welcome To The Cruel World" e "Fight For Your Mind", ma anche dopo "There Will Be A Light" o il live con i Blind Boys Of Alabama.
Purtroppo, negli ultimi tempi Ben Harper si è, diciamo così, "lasciato andare", dando alle stampe album mediocri senza il giusto carattere e sopratutto senza ispirazione.
Troppi lavori in pochi anni, quando magari, con una pausa più adeguata e una riflessione maggiore, poteva riuscire con più qualità a dispetto della quantità.
Non c'è molto da dire su questo "Give Till It's Gone", che giunge a due anni dall'ultimo album del cantautore californiano "White Lies For Dark Times", che aveva lasciato ben sperare in un recupero del nostro.
Invece questo lavoro è un insieme di pezzi classicamente rock o folk-rock, che a volte tentano (invano) di recuperare il vecchio sound Harper ("Don't Give Up On Me"), ma che nella maggior parte degli episodi risultano poco incisivi e banali.
Non sollevano certo la media un anthem orecchiabile come "Rock 'n' Roll Is Free" o la mielosità di "Feel Love", mentre qualche segnale positivo nasce dalle tracce gospel di "Waiting For A Sign", dalla grezza slide del blues-rock "Dirty Little Lover" e dalla finale "Do It For You, Do It For Us", nella quale Harper ritrova la verve perduta.
Tardi, però, per salvare un album "qualunque", un disco che ci si aspetterebbe da qualche cantautore con poco talento e tanta voglia di fare e non da un artista che era stato capace di inventarsi un songwriting folk che miscelava felicemente elementi di black-music quali blues, soul e funk in una proposta assolutamente di qualità e originale quanto basta.
Di sicuro Ben Harper può fare molto meglio di quanto racchiuso in questo "Give Till It's Gone"; speriamo che per la prossima uscita si prenda più tempo e ritrovi un'ispirazione che ormai, dopo tanti dischi poco interessanti, sembra proprio aver smarrito.
16/07/2011