Viene facile etichettare Andy come perfetto erede di Elliott Smith (ben più del Last Days Of April di quest’anno, o dell’ultimo Kurt Vile), per questa sua parlata, più che sedata dalla depressione, ritratta rispetto al racconto e alle canzoni, che non sono mai, invece, contenute – basti ascoltare le vibrazioni dei Fleetwood Mac armati di banjo di “Tap My Shoes”, o il jazz-blues alla M Ward di “Hometown Hero”.
Grande parata di personaggi (in cui il cortometraggio alla “After The Gold Rush” di “Wendell Walker” ha la scena madre), ai quali si alternano confessioni e dialoghi di un rapporto problematico (la rabbia impotente racchiusa nei borbottii di accordi di “You’re Out Wasting”, le domande irrisposte e sonnecchianti di “Jesus She’s A Good Girl”), “The Bearer Of Bad News” soffre a volte la sua essenza di lavoro che è stato caricato di anni di riflessioni e, forse, di un bel peso di aspettative artistiche (oltre ad alcuni brani meno incisivi, come l’abbozzata “My Dear Helen” e i “prevedibili” giri di accordi di “Covered In Dust” e di “Drink My Rivers”).
Curato nei minimi dettagli, tanto da risultare quasi sempre fin troppo cosciente di sé, quest’ultimo disco di Andy Shauf non potrebbe essere definito brutto, né potrebbe mai tradire le aspettative di chi lo ascolta. E questo è anche un po’ il suo cruccio.
(13/11/2012)