La "warr guitar" di Marston (una chitarra a 15 corde suonata con la tecnica del tapping a due mani) domina la scena con le sue arzigogolate evoluzioni, mentre il resto della truppa contribuisce a mantenere ben salda la baracca nonostante tutto sembri, da un momento all’altro, crollare rovinosamente. Tuttavia, nonostante le apparenze, la loro musica è diventata, nel frattempo, sicuramente più decodificabile e, contemporaneamente, i momenti degni di nota si sono ridotti al lumicino, perché il grosso del lavoro è appannaggio di una sfiancante messinscena ipertecnicistica che lascia un po’ il tempo che trova.
Se proprio avete una mezz’oretta da buttare, accomodatevi pure…
(11/12/2012)