Dacci oggi il nostro Gnaw Their Tongues quotidiano. O quasi. Di certo, Maurice De Jong è uno degli artisti più prolifici in circolazione, anche perché ama mettersi in gioco in più progetti, non tralasciando (ci mancherebbe!) split e collaborazioni sparse. Va detto, comunque, che il materiale qui raccolto risale al 2008/2009 e solo a tratti riesce ad eguagliare la creatività dei suoi momenti migliori.
"Eschatological Scatology" (rilasciato sul suo bandcamp in streaming e in download a un prezzo minimo di due dollari) presenta veri e propri assalti all'arma bianca, a cominciare dall'assordante title track e proseguendo, quindi, tra martellanti bombardamenti black-metal e il solito grande lavoro di stratificazioni rumoriste, bordate industriali, vocalizzi demoniaci e sovrastrutture sinfoniche. Roba interessante soprattutto per i seguaci del musicista olandese, sicuramente ben felici di ripescare ogni sua singola traccia, anche per illuminare, in maniera sempre più adeguata, il germe da cui nasce e si sviluppa uno dei sound più oltranzisti e visionari degli ultimi anni.
Accanto a momenti che spingono a fondo in direzione di una mattanza travolgente e furibonda ("The Messianic Downfall", "A Sinister Lurking Grave", "The Golden Altar Burns"), sfilano numeri più intricati ed intriganti, in cui sono le sfumature e le variazioni infinitesimali a fare la differenza: gli intermezzi evocativi e la fuga epica di "Deepwood Bodytrap", l'inferno fotografato da Lucifero di "Lash Cultus" e le più complesse, nonché vertici dell'opera, "Master I Am Done" (archi in fibrillazione, bozzetti folk piantati nel bel mezzo della tempesta, attraversamenti wagneriani e scariche elettrostatiche) e "The Atrocious Angel Of Scatology" che, accanto al piano sequenza del massacro, offre anche uno scorcio di disperata malinconia chiudendo l'opera con un corale solenne.
Come dire che, anche quando siamo alle prese con le sue opere "minori", Maurice non manca mai di regalarci qualche colpo magistrale.
30/05/2012