Darwin Deez

Songs For Imaginative People

2013 (Lucky Number)
alternative lo-fi pop

Le sconnesse geometrie e le destrutturazioni sonore di chitarra, sintetizzatori e percussioni, che nell’esordio del 2010 di Darwin Deez garantivano un diversivo, rischiano adesso di apparire urticanti e a tratti incoerenti nel secondo capitolo.
“Songs For Imaginative People”, pur ampliando le sue fonti sonore, non risolve l’annoso dilemma sull’artista newyorkese. L’improbabile anti-folk-disco-pop del bizzarro spilungone resta quindi altalenante: di fatti, le incursioni rock di “You Can’t Be My Girl” sono solo travestimenti per canzoni furbe e a volte nichiliste, e le velleità avant-garde urtano con il vuoto dei contenuti (“(800) Human”).

Salutato come l’anello mancante tra Ben Folds e gli Strokes, possiede l’arguzia del primo e la grinta dei secondi, ma manca l’autoironia e la grandeur armonica che caratterizza i due modelli ipotetici.
Darwin Deez è un musicista interessante e stimolante, ma nella generazione del web rischia di disciogliere le sue intuizioni tra gli eccessi delle celebrazioni dei suoi fan su Facebook e Twitter: la mancanza di concentrazione è quindi evidente quando canzoni come “Chelsea’s Hotel” sembrano invece centrare il bersaglio.

In verità, le meraviglie che garantivano fruibilità all’esordio sono ancora presenti, ma sono ridotte a due o tre esemplari comunque pregevoli, come il travolgente upbeat a fasi alterne di “Free (The Editorial Me)” che sfodera il miglior riff di questo inizio di 2013 e alimenta la voglia di altre intuizioni alla Darwin Deez.
Dispiace però che per scuotere l’immaginazione si debba ricorrere alla morbida e deliziosa “Redshift” o alle sonorità familiari di “Good To Lose”; forse la genialità a briglie sciolte dell’artista americano non ha ancora ben definito il confine tra originalità e ovvietà. “Songs For Imaginative People” rischia di apparire pertanto come un album di power-pop ricco di taglia e cuci, con l’inevitabile conseguenza che il desiderio di riascoltare un vecchio album dei They Might Be Giants annulli tutte le buone sensazioni che Deez può ancora regalarci.

08/02/2013

Tracklist

  1. (800) HUMAN
  2. You Can’t Be My Girl
  3. Moonlit
  4. No Love
  5. Good to Lose
  6. Alice
  7. Redshift
  8. Free (The Editorial Me)
  9. All In the Wrist
  10. Chelsea’s Hotel

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