Se, fino a qualche tempo fa – prima dell’uscita di “Days”, per intenderci – si poteva pensare a Ducktails come al progetto-cazzeggio da cameretta di Matthew Mondanile, chitarrista dei Real Estate, adesso le cose cominciano a farsi decisamente più serie. Ospitato dalla Domino – non certo per benefit parentale connesso alla contemporanea presenza della band maggiore, ma perché il progetto interessa davvero – Mondanile ha chiamato a raccolta un gruppetto di amici (tra i quali nessuno è dei Real Estate, curiosamente) per registrare questo suo quarto disco, “The Flower Lane”: Jessa Farkas ai backing vocals (e non solo), Daniel Lopatin (Oneohtrix Point Never) al synth e Joel Ford (Ford + Lopatin) al basso.
In questo lavoro il chitarrista/cantautore tenta sensibilmente di dare una sterzata identitaria al progetto, chiamando in causa un indie-pop dalle sfumature lounge e synth (si veda la title track), perfettamente contrappuntato dalla voce sedata della Farkas, tanto che “The Flower Lane” sembra a tratti l’esordio di qualche band scandinava innamorata dei Prefab Sprout (“Kiss Picasso”).
Sopravvivono canzoni più alla Woodsist, di uno psych-pop neovintage, come “Ivy Covered House” e “Academy Avenue”, e altre più sorprendenti, come le sfumature Bowie-ane di “Timothy Shy”, come la lussuriosamente sintetica “Assistant Director”, che sembra presa direttamente da una discoteca di fine anni 70, col suo perentorio ritmo sincopato. Oppure il duettare estroso e suadente di “Sedan Magic”, l’elegante intarsio chitarristico della sontuosa impalcatura prog-disco di “Under Cover”, lo snarl Reed-iano di “Planet Phrom”.
Altro che progetto secondario, altro che valvola di sfogo: “The Flower Lane” è il resoconto di un talento musicale che ha avuto negli ultimi anni un incredibile sviluppo.
17/01/2013