Elio e Le Storie Tese

L'album biango

2013 (Sony)
rock demenziale

Leggendo gli articoli dei più importanti quotidiani nazionali relativi alla recente partecipazione degli Elii a San Remo, si ha l’impressione che il giudizio presuntivamente negativo che accompagnava gli esordi del gruppo sia stato sostituito da uno acriticamente positivo. Esaltare come stato dell’arte un giochino vacuo e masturbatorio come “La Canzone Mononota”, che già stanca al secondo ascolto, dimostra solo pigrizia critica. Ma, lo ammetto, potrei essere prevenuto io e tenere il tipico atteggiamento del moroso cornuto, infastidito dal successo nazional popolare del quintetto che fu oggetto di culto per la mia generazione.
Tuttavia, al netto di queste considerazioni, ogni nuovo disco di Elio e le Storie Tese è come un ritorno a casa e “L’Album Biango” (titolo beatlesiano e idiota) non fa eccezione. Superati, poi, i due mediocri brani sanremesi posti in apertura della scaletta, questa nuova fatica dei milanesi si fa voler bene - posto che i primi tre album sono irraggiungibili e che l’ultimo “Studentessi” era comunque migliore.

Ritenendo inutile anchilosare le mie dita per scrivere della bravura tecnica del gruppo, preferisco concentrami su come la stessa sia stata utilizzata. A tratti egregiamente, soprattutto nei tre brani migliori dell’album - “Enlarge (your penis)”, “Lampo”, che sbertucciano i tic dell’internauta medio, e “Il Complesso del Primo Maggio”, tour de force sulla musica sinistrorsa che okkupa regolarmente il concertone di piazza San Giovanni. Il pezzo ricorda i migliori parti del gruppo nei primi anni 90 (non siamo ai livelli di “Supergiovane”, ma è quanto di più vicino abbiano prodotto almeno nell’ ultimo decennio) ed è impreziosito dalla partecipazione nell’intro di un Eugenio Finardi in forma smagliante. “Amore Amorissimo” (molto Alan Sorrenti dance oriented) si prenota per essere il prossimo brano che farà scatenare Mangoni sul cubo nei concerti del gruppo.

La vena generazionale, non priva di una certa malinconia, emerge soprattutto nella bella “Il Ritmo della Sala Prove” e nella storiella nonsense “Luigi Pugilista”. Abbastanza fine a se stessa, invece, la rielaborazione degli stilemi del prog italiano in “Come gli Area”- con lo stesso gruppo di Tofani e Fariselli a suonarne l’introduzione strumentale.
Come al solito, gli intermezzi tra un brano e l’altro sono inesauribile fonte di tormentoni e carrellate di personaggi assurdi (i trenta secondi di Fiorello sono strepitosi, così come il servizio della televisione russa) - in questo, la capacità comica dei Nostri non è venuta meno.

Tirando le somme, “L’Album Biango” porta a casa la sufficienza, senza strafare: i capolavori veri sono alle spalle e gli elii si accontentano ormai di lanciare sul mercato prodotti di qualità mediamente buona quasi al solo scopo di modificare le scalette dei loro lunghissimi tour.
Personalmente, so benissimo di non potermi aspettare di più e prendo ogni loro disco come la visita di vecchi amici con i quali sei cresciuto insieme per un periodo della tua vita e che ormai hanno preso strade diverse: ci si fa due risate davanti una birra e, il giorno dopo, nulla è cambiato.

08/05/2013

Tracklist

  1. Televisione russa
  2. Dannati forever
  3. La canzone mononota
  4. Il Ritmo della sala prove
  5. Lettere dal www
  6. Enlarge (Your Penis)
  7. Lampo
  8. Luigi il pugilista
  9. Una sera con gli amici
  10. Amore amorissimo
  11. Il tutor di Nerone
  12. Reggia (base per altezza)
  13. Come gli area
  14. A Piazza San Giovanni
  15. Complesso del Primo Maggio

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