Dopo l’ottimo esordio c’era molta attesa per il nuovo lavoro sulla lunga distanza di Lucy, anche perché, proprio grazie a "Wordplay For Working Bees” e all’attività della sua Stroboscopic Artefacts, nei due anni appena trascorsi Luca Mortellaro è diventato uno dei produttori italiani più quotati all’estero. E, diciamolo subito, “Churches Schools And Guns” non delude minimamente le aspettative, anche se a un primo ascolto i dodici pezzi ivi contenuti lasciano parecchio disorientati.
Una maggiore complessità delle texture e la presenza di intrecci ritmici meno regolari, infatti, fanno di “Churches Schools And Guns” un lavoro meno immediato del precedente, al punto che resta difficile trovare un pezzo-guida - anche se la splendida e gelida “The Illusion Of Choice” ci va molto vicino. Evidentemente, più che stupire con effetti speciali, Mortellaro ha pensato bene di costruire un suono-mondo in cui ogni singolo pattern fosse riconducibile a un’ipotesi concettuale di fondo.
Allora, così come nello Shackleton dell’immane “Music For The Quiet Hour/ The Drawbar Organ EPs”, “Churches Schools And Guns” è un viaggio periglioso ed epifanico in cui perdersi e ritrovarsi di continuo, ed è fatto da un reticolo di riferimenti che aprono squarci verso universi altri, come nell’atonale “techno tibetana” di “Follow The Leader”, praticamente un incrocio tra Lustmord, Andy Stott e i Gyuto Monks, o ancora come nella magnifica “Falling (Feat. Emma)”, una dream-techno da luce in fodo al tunnel, per non parlare della pura avanguardia rumoristica di stampo post-industriale di “In All That Noise”.
Ma quello che Mortellaro fa meglio di tutti è ottenere un suono come summa della migliore techno dagli anni Novanta in avanti, in soldoni un personale hardcore continuum che dalla Warp punta alla Ostgut Ton via Hyperdub e Sandwell District. Ad avercene.
23/03/2014