Quinto album in sei anni per i super-prolifici
Project Pitchfork; "Blood" è una sorta di
concept avente per tema il sangue, che ricorre nei titoli di tutti gli undici brani che compongono la diciassettesima fatica in studio della band tedesca. Viene pubblicato anche in una
deluxe edition doppio-cd, limitata a 1.000 copie e contenente, nel secondo disco, due brani inediti e tre remix.
L'iniziale "Blood-Line (Never)" mette da subito in risalto la consueta ottima produzione, in un brano che abbina alle inconfondibili
vocals di Peter Spilles una base
future-pop decisamente orecchiabile, "easy", sebbene supportata dalla scelta di una
palette sonora affatto banale.
E' musica più che mai orientata al dancefloor, con qualche passaggio gotico/barocco ("Blood-Loss"), e occasionali omaggi al passato electro-industrial ("Blood-Moon", l'incipit di "Blood-Pressure"): nulla di nuovo, insomma.
Il "trend", in sostanza, è sempre lo stesso, harsh-ebm canonica ma prodotta molto bene, con alcune sporadiche digressioni (ad esempio, il synth-pop di "Blood-Money" e "Blood-Stream"); nel complesso non ci si distacca più di tanto dalla qualità degli ultimi lavori del gruppo: un sound appunto appiattito, privo dell'aggressività e dell'oscurità intrinseche al background dei Project Pitchfork, tant'è che mi sento di consigliarlo esclusivamente ai completisti.
23/11/2014