Hanno detto che si tratta di una “colonna sonora” e per capire di cosa stanno parlando bisogna ripescare una vecchia dichiarazione di Zach Hill, il quale, all’indomani della pubblicazione di “NO LOVE DEEP WEB”, disse che stava lavorando a un film, aggiungendo che la colonna sonora, a firma Death Grips, sarebbe stata resa disponibile per il download gratuito. Bene, tre anni dopo ecco a voi “Fashion Week”, una raccolta di strumentali che torna buona anche per tenere in caldo i fan prima dell’uscita del loro prossimo lavoro, “Jenny Death: The Powers That B Disc 2”. Infatti, pur avendo dato a ogni brano il titolo “Runway”, i tre hanno pensato bene di differenziarli tra di loro grazie all’aggiunta di una lettera finale, la cui successione va a formare “Jenny Death When”… Jenny è per l’appunto etc. etc.
Fin qui la cronaca e i vezzi. Poi, la musica. Che nasce all’incrocio tra le frasi astratte e dirompenti dei synth di Andy "Flatlander" Morin e le percussioni “meccaniche” di Zach Hill, in un party avveniristico dove wonky e industrial hip-hop rumoreggiano con superbia spesso iperbolica, ma finendo per rinchiudersi in quell’angolino dove di solito si nascondono i dischi senza infamia e senza lode.
All’inizio, “Runway J” tira fuori dal mazzo bordate electro, sottoscala rumoristi e guizzi sci-fi, seguita da “E” (che va di corto-circuiti sintetici in un clima nevrastenico) e da “N” (in cui una sbilenca melodia innerva un corpo mutante).
È musica dance per tamarri 2.0 (“N”), potentemente ancorata al beat techno, tra dinamiche elastiche intervallate da rapide progressioni armoniche (“H”), stroboscopie e sirene che s’inalberano in turgidi continuum (“A”) e onirismi balearici in fuga lungo autobahn galattiche (“D”).
Nella seconda “Runway H”, invece, il chitarrista Nick Reinhart (proveniente dai math-rocker Tera Melos e già socio di Zach Hill nel progetto Bygones) contribuisce con la sei corde a dare sostanza a uno dei momenti migliori del disco, in bilico tra euforia rave, videogame music e fattanza epica.
29/01/2015